giovedì 26 aprile 2018

Valentina Pici: Questo Passatore me lo sto guadagnando giorno per giorno!

Matteo SIMONE 

Quando una persona si mette in testa una cosa è capace di andare avanti nei suoi propositi fino alla meta, fino all’obiettivo ambito e desiderato, ci può pensare su ma poi testa, cuore e corpo prendono il sopravvento e ti trascinano dove vogliono.

Valentina di seguito racconta le sue esperienze da atleta rispondendo a un mio questionario.
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel diventare atleta?Mi sento molto più sicura di me stessa, anche se non potrò più ambire ai tempi del passato, l'importante è il viaggio che porta al traguardo non il traguardo in se.”

Importante è guardare al momento presente e a quello subito successivo, considerando anche il passato, ma proiettandosi sul qui e ora, sul momento presente e guardando avanti giorno per giorno.
Quali capacità, risorse, caratteristiche, qualità hai dimostrato di possedere?
Sicuramente la sopportazione del dolore, la tenacia, la testardaggine e il cuore.”

Si diventa sempre più maturi con l’esperienza, si ascoltano racconti di familiari e amici, si leggono libri, si fa esperienza diretta e si superano tanti momenti e situazioni difficili, ci si accorge che si guarda sempre avanti, si affronta sempre tutto accogliendo nuove consapevolezze e orientandosi verso nuove mete e nuovi obiettivi, cavalcando sempre  prontamente l’onda del cambiamento.
Che significa per te partecipare a una gara? Hai sperimentato l’esperienza del limite?Le gare sono come grandi feste, ci si trova con gli amici cari si condividono paure iniziale e soddisfazioni dopo, a volte delusioni  non ho ancora spinto le mie gare al limite, ma so che lo farò.

Le gare diventano grandi opportunità di incontrarsi, scambiarsi baci e abbracci, tanti selfie, sorrisi, sguardi, pacche sulle spalle.
Quali sensazioni sperimenti facendo sport (pre-gara, gara, post-gara?In allenamento c'è un gran lavoro introspettivo che aiuta anche nel quotidiano, in gara c'è l'emozione, la gioia di stare insieme e condividere, dopo bisogna recuperare fisicamente e mentalmente.

Lo sport non è solo fatica fisica, prestanza fisica, forza e resistenza, ma anche tante emozioni, tanta introspezione, alla ricerca del vero sé, del profondo di noi stessi, della conoscenza vera di noi stessi, di come ci comportiamo con atleti amici e avversari, come ci comportiamo in gara alla partenza e all’arrivo, come sperimentiamo appagamento, gioia e soddisfazione e come si riprende la quotidianità famigliare e lavorativa.
Quali sono i tuoi pensieri in allenamento e in gara?Da quando ho ricominciato a correre focalizzare il momento dell'arrivo mi aiuta durante il "viaggio" poi in gara difficilmente si sta da soli, conosci gente nuova, incontri amici  certo a meno che non ritorni a correre sotto i 4'/km!”

Se vai forte, se pensi alla gara, al risultato non guardi in faccia a nessuno, parti e arrivi veloce in partenza e veloce all’arrivo, se cali i ritmi, hai il tempo per condividere gioie e fatiche con più persone, con il pubblico, con ciò che ti circonda.
Quali sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi fare attenzione nel tuo sport?Per quanto mi riguarda l'obbiettivo è arrivare viva e magari intera, cerco di tenere d'occhio le pulsazioni e crampi che purtroppo con la mia patologia sono le cose meno gestibili insieme alla stanchezza improvvisa.”

Sempre attenta, notare, osservare le proprie condizioni fisiche e mentali, monitorarsi per capire fino a dove si può arrivare integri e sani.
Cosa ti ha fatto mollare? Hai mai pensato di smettere di essere atleta?Qualche mese fa ho mollato a metà una 10km per la prima volta in vita mia, faceva troppo caldo e i crampi già al 3ºkm ma la delusione mi ha fatto talmente male dal ripetermi che non lo mollerò mai più una gara, nonostante i pareri contrastanti dei medici non rallenterò più negli allenamenti a meno che non sia il mio corpo a chiedermelo, non riesco ad immaginare la mia vita senza correre, tanto quanto non riesco ad immaginarla senza mia figlia.

A volte lo sport diventa essenziale, occupa un posto importante nella nostra vita, fa sentire vivi, si cerca sempre di ritardare il fine sport continuando sempre con attenzione.
Ti è capitato di avere la sensazione che ti cascasse il modo addosso?Quando ho scoperto di avere la sclerosi multipla, ma è stato un attimo ancor prima che il medico mi congedasse, io nella mia mente pensavo alla mia prossima maratona.”
Un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli a uno sport?Ai ragazzi devi dare l'esempio, devi far vedere, gli devi far vivere l'esperienza a finché possano apprezzarla.”

Brava vai avanti tu senza chiedere e vedrai che ti seguono, importante è sensibilizzarli senza convincerli, farli appassionare da soli così dureranno nel tempo e saranno convinti da soli.
C’è stato il rischio di incorrere nel doping nella tua carriera sportiva?Purtroppo sì, da adolescente c'era meno controllo e ti affidavi agli allenatori che non sempre pensavano solo al tuo bene, oggi siamo tutti più consapevoli.”

Importante sviluppare consapevolezza in quello che si fa, fidarsi e affidarsi sì ma prima capire con chi si ha a che fare, per non rischiare salute e altro.
Un messaggio per sconsigliare l’uso del doping?Droghiamoci di sport, facciamocelo bastare.”

In effetti già la droga diventa una droga, una dipendenza, ma ben venga se ti fa stare in piedi, se ti fa curare spirito, corpo e mente, ben venga se ti fa stare con la gente, se ti fa vedere sempre avanti, se ti fa avere tante strade aperte davanti da poter scegliere, da potersi sperimentare.
Ritieni utile lo psicologo dello sport? Per quali aspetti?
Assolutamente sì, fondamentale negli adolescenti, ma anche con chi come me abituato a competere di punto in bianco si trova a non poter avere più certezze  un peggiorando di 2h in maratona non è facile da mandar giù.”

Per affrontare certe situazioni diventa importante essere affiancato da una persona che ti possa aiutare ad aiutarti, ti possa aiutare a lavorare sulla consapevolezza, sviluppare resilienza, superare momenti e situazioni facendoti attingere risorse profonde e interne, risorse di rete, basta poco.
Se potessi tornare indietro cosa faresti o non faresti?Non smetterei di fare sport, nonostante i problemi di salute.”
Sogni realizzati e da realizzare?Ho realizzato sogni che non pensavo di avere, ogni medaglia è un sogno  nel cassetto due gare: l'ultramaratona del gran sasso e il passatore.

Belle gare, l
e conosco entrambe, dure prove ma ti resta tanto e porti a casa momenti preziosi. Grandissima donna resiliente, si può fare tutto con attenzione, si possono scavalcare muri e montagne, si può arrivare dove vogliamo, dove riusciamo a vedere il nostro traguardo.
Un’intervista a Valentina è riportata nel mio libro “La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza”, Edizione Psiconline.
La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza: Cosa significa correre una gara di 100km? Quali meccanismi psicologici aiutano ad allenarsi e gareggiare con coraggio e resilienza? La 100km del Passatore è una classica e famosa gara di corsa a piedi da Firenze a Faenza. È un libro che racconta di atleti di livello nazionale e internazionale ma anche di atleti che hanno la passione della corsa di lunga distanza e la lettura delle interviste aiuta a vedere con occhi diversi questa pratica sportiva, una pratica da avvicinarsi con cautela, attenzione, preparazione. 
Sono trattati aspetti della psicologia dello sport quali lo sviluppo della consapevolezza delle proprie capacità e limiti; il grande e importante lavoro della definizione oculata degli obiettivi chiari, difficili, sfidanti ma raggiungibili; il lavoro dell'autoefficacia, il graduale fare affidamento su se stesso.

Matteo SIMONE 
380-4337230 - 21163@tiscali.it 
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

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