Matteo SIMONE
Quando una persona si mette in testa una cosa è capace di andare avanti nei suoi propositi fino alla meta, fino all’obiettivo ambito e desiderato, ci può pensare su ma poi testa, cuore e corpo prendono il sopravvento e ti trascinano dove vogliono.
Valentina
di seguito racconta le sue esperienze da atleta rispondendo a un mio questionario.
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel diventare atleta? “Mi sento molto più sicura di me
stessa, anche se non potrò più ambire ai tempi del passato, l'importante è il
viaggio che porta al traguardo non il traguardo in se.”
Importante
è guardare al momento presente e a quello subito successivo, considerando anche
il passato, ma proiettandosi sul qui e ora, sul momento presente e guardando
avanti giorno per giorno.
Quali capacità, risorse, caratteristiche, qualità hai dimostrato di
possedere?
“Sicuramente la sopportazione del dolore, la tenacia, la testardaggine e il
cuore.”
Si
diventa sempre più maturi con l’esperienza, si ascoltano racconti di familiari
e amici, si leggono libri, si fa esperienza diretta e si superano tanti momenti
e situazioni difficili, ci si accorge che si guarda sempre avanti, si affronta
sempre tutto accogliendo nuove consapevolezze e orientandosi verso nuove mete e
nuovi obiettivi, cavalcando sempre
prontamente l’onda del cambiamento.
Che significa per te partecipare a una gara? Hai sperimentato l’esperienza
del limite?
“Le gare sono come grandi feste, ci si trova con gli amici cari si condividono
paure iniziale e soddisfazioni dopo, a volte delusioni … non ho ancora spinto
le mie gare al limite, ma so che lo farò.”
Le
gare diventano grandi opportunità di incontrarsi, scambiarsi baci e abbracci,
tanti selfie, sorrisi, sguardi, pacche sulle spalle.
Quali sensazioni sperimenti facendo sport (pre-gara, gara, post-gara? “In allenamento c'è un gran lavoro
introspettivo che aiuta anche nel quotidiano, in gara c'è l'emozione, la gioia
di stare insieme e condividere, dopo bisogna recuperare fisicamente e
mentalmente.”
Lo
sport non è solo fatica fisica, prestanza fisica, forza e resistenza, ma anche
tante emozioni, tanta introspezione, alla ricerca del vero sé, del profondo di
noi stessi, della conoscenza vera di noi stessi, di come ci comportiamo con
atleti amici e avversari, come ci comportiamo in gara alla partenza e
all’arrivo, come sperimentiamo appagamento, gioia e soddisfazione e come si
riprende la quotidianità famigliare e lavorativa.
Quali sono i tuoi pensieri in allenamento e in gara?
“Da quando ho ricominciato a correre focalizzare il momento dell'arrivo mi
aiuta durante il "viaggio" poi in gara difficilmente si sta da soli,
conosci gente nuova, incontri amici … certo a meno che non ritorni a correre
sotto i 4'/km!”
Se
vai forte, se pensi alla gara, al risultato non guardi in faccia a nessuno,
parti e arrivi veloce in partenza e veloce all’arrivo, se cali i ritmi, hai il
tempo per condividere gioie e fatiche con più persone, con il pubblico, con ciò
che ti circonda.
Quali sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi fare attenzione nel
tuo sport?
“Per quanto mi riguarda l'obbiettivo è arrivare viva e magari intera, cerco di
tenere d'occhio le pulsazioni e crampi che purtroppo con la mia patologia sono
le cose meno gestibili insieme alla stanchezza improvvisa.”
Sempre
attenta, notare, osservare le proprie condizioni fisiche e mentali, monitorarsi
per capire fino a dove si può arrivare integri e sani.
Cosa ti ha fatto mollare? Hai mai pensato di smettere di essere atleta? “Qualche mese fa ho mollato a metà una
10km per la prima volta in vita mia, faceva troppo caldo e i crampi già al 3ºkm
ma la delusione mi ha fatto talmente male dal ripetermi che non lo mollerò mai
più una gara, nonostante i pareri contrastanti dei medici non rallenterò più
negli allenamenti a meno che non sia il mio corpo a chiedermelo, non riesco ad
immaginare la mia vita senza correre, tanto quanto non riesco ad immaginarla
senza mia figlia.”
A
volte lo sport diventa essenziale, occupa un posto importante nella nostra
vita, fa sentire vivi, si cerca sempre di ritardare il fine sport continuando
sempre con attenzione.
Ti è capitato di avere la sensazione che ti cascasse il modo addosso? “Quando ho scoperto di avere la
sclerosi multipla, ma è stato un attimo ancor prima che il medico mi congedasse,
io nella mia mente pensavo alla mia prossima maratona.”
Un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli a
uno sport?
“Ai ragazzi devi dare l'esempio, devi far vedere, gli devi far vivere
l'esperienza a finché possano apprezzarla.”
Brava
vai avanti tu senza chiedere e vedrai che ti seguono, importante è
sensibilizzarli senza convincerli, farli appassionare da soli così dureranno
nel tempo e saranno convinti da soli.
C’è stato il rischio di incorrere nel doping nella tua carriera
sportiva?
“Purtroppo sì, da adolescente c'era meno controllo e ti affidavi agli
allenatori che non sempre pensavano solo al tuo bene, oggi siamo tutti più
consapevoli.”
Importante
sviluppare consapevolezza in quello che si fa, fidarsi e affidarsi sì ma prima
capire con chi si ha a che fare, per non rischiare salute e altro.
Un messaggio per sconsigliare l’uso del
doping?
“Droghiamoci di sport, facciamocelo bastare.”
In
effetti già la droga diventa una droga, una dipendenza, ma ben venga se ti fa
stare in piedi, se ti fa curare spirito, corpo e mente, ben venga se ti fa
stare con la gente, se ti fa vedere sempre avanti, se ti fa avere tante strade
aperte davanti da poter scegliere, da potersi sperimentare.
Ritieni utile lo psicologo dello sport? Per quali aspetti? “Assolutamente sì, fondamentale
negli adolescenti, ma anche con chi come me abituato a competere di punto in
bianco si trova a non poter avere più certezze … un peggiorando di 2h in maratona
non è facile da mandar giù.”
Per
affrontare certe situazioni diventa importante essere affiancato da una persona
che ti possa aiutare ad aiutarti, ti possa aiutare a lavorare sulla
consapevolezza, sviluppare resilienza, superare momenti e situazioni facendoti
attingere risorse profonde e interne, risorse di rete, basta poco.
Se potessi tornare indietro cosa faresti o non faresti? “Non smetterei di fare sport,
nonostante i problemi di salute.”
Sogni realizzati e da realizzare? “Ho realizzato sogni che non pensavo di
avere, ogni medaglia è un sogno … nel cassetto due gare: l'ultramaratona del
gran sasso e il passatore.”
Belle gare, le conosco entrambe, dure prove
ma ti resta tanto e porti a casa momenti preziosi. Grandissima donna resiliente, si può
fare tutto con attenzione, si possono scavalcare muri e montagne, si può
arrivare dove vogliamo, dove riusciamo a vedere il nostro traguardo.
Un’intervista a
Valentina è riportata nel mio libro “La 100km del Passatore. Una gara fra
coraggio e resilienza”, Edizione Psiconline.
La 100km del Passatore.
Una gara fra coraggio e resilienza: Cosa significa correre una gara di 100km?
Quali meccanismi psicologici aiutano ad allenarsi e gareggiare con coraggio e
resilienza? La 100km del Passatore è una classica e famosa gara di corsa a
piedi da Firenze a Faenza. È un libro che racconta
di atleti di livello nazionale e internazionale ma anche di atleti che hanno la
passione della corsa di lunga distanza e la lettura delle interviste aiuta a
vedere con occhi diversi questa pratica sportiva, una pratica da avvicinarsi
con cautela, attenzione, preparazione.
Sono trattati aspetti della psicologia
dello sport quali lo sviluppo della consapevolezza delle proprie capacità e
limiti; il grande e importante lavoro della definizione oculata degli obiettivi
chiari, difficili, sfidanti ma raggiungibili; il lavoro dell'autoefficacia, il
graduale fare affidamento su se stesso.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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