Mio marito Alessandro mi accompagnerà come tifoso insieme ai miei figli
Matteo Simone
Matteo Simone
Giada scopre lo sport e in particolare la corsa, grazie alla sua amica che da tempo le chiedeva di provare.
Da subito si sente una campionessa quando riesce a
correre per mezz’ora in occasione della sua prima gara di 4 km il 17 marzo del
2013 e da allora nessuno è riuscita a fermarla, ma ha macinato sempre più
chilometri per arrivare non si sa dove.
Da
allora Giada dice che sono aumentati i km. In effetti succede che
la corsa ti prende e ti porta lontano per tanto tempo, diventa un mondo
fantastico che ti cattura e ti allontana per sperimentare fatica e gioia.
La
corsa fa sperimentare un mondo di sensazioni ed emozioni uniche e Giada
comunque dice che bisogna fare attenzione alle articolazioni, ai crampi, il
corpo deve abituarsi gradatamente.
Concordo la corsa apporta tanti benefici
come ogni sport ma con il tempo potrebbe essere usurante, quindi è importante
fare attenzione, apportare accorgimenti utili nella pratica del proprio sport. Per
ottenere qualcosa bisogna allenarsi duramente e costantemente soprattutto se
gli obiettivi sono difficili e sfidanti e a tal proposito Giada afferma che
ogni allenamento è difficile e che la corsa non regala nulla.
In effetti da
fuori sembra tutto bello ma poi succede che può sentirti pigro, che un giorno
non ti va, insomma c’è bisogno di essere motivati tanto e quotidianamente per
prepararsi a gare di corsa sempre più lunghe e il rischio è sempre dietro
l’angolo, qualcosa che ti blocca, che ti ferma, che non va e allora è
importante confrontarsi con gli altri, far parte di un gruppo.
Diventa
importante anche avere un piano B, per esempio Giada consiglia di praticare un
altro sport bici, nuoto. In effetti praticare un altro sport aiuta a distrarsi a
muovere altri muscoli e articolazioni, a non caricare sempre sugli stessi
muscoli, soprattutto dopo gare considerate estenuanti come le ultramaratone.
Succede
che le persone sono intenzionate a superare sempre più sia se stessi che gli
altri, si vogliono sperimentare in gare sempre più difficili e ritenute estreme
e anche Giada correndo si appassiona sempre di più, si sperimenta
sempre di più a tal punto di decidere di partecipare a gare sempre più
impegnative, infatti le parole di Giada mostrano tanta convinzione e
determinazione quando dice: “Dopo 4 maratone e un
ultra da 50 km il 25 maggio farò il mio Primo Passatore 100km”.
La
100km è un punto di arrivo e un sogno per tanti atleti, soprattutto il
Passatore la classicissima da oltre 40 anni che parte da Firenze e arriva a
Faenza, la gara che Giorgio Calcaterra, l’idolo di tanti runner, ha vinto 12
edizioni di seguito, qualcosa di assurdo, di inimmaginabile, al di là dei
domini kenyani ed etiopici che ci sono nelle altre distanze di corsa. Giada
ha tanti altri obiettivi, ha mete e direzioni da prendere per correre, per
presentarsi ad arrivi e traguardi, infatti afferma che a dicembre ci sarà la
maratona di Valencia. Nelle menti dei runner ci sono tanti chilometri, gare,
partenze, incontri, arrivi, medaglie.
Si
scopre tanto di se stessi attraverso lo sport, si cambia nello sport e nella
vita, Giada ha fatto tante scoperte praticando la corsa e tanti cambiamenti.
Cosa è cambiato nel
tempo nel tuo sport o nella tua vita? “Correre mi ha fatto diventare determinata. Mi ha insegnato a impegnarmi e a faticare… Solo così si raggiungono davvero i risultati. Mi
scarica e mi fa ragionare con obiettività.”
Lo
sport diventa una palestra di vita, un addestramento a superare qualsiasi cosa,
si incontrano soprattutto nelle lunghe distanze crisi, muri e blocchi e come
tanti anche giada ha appreso tanto dalla sport e dalla corsa in particolare.
Come superi difficoltà,
disagi, crisi nello sport? “Le crisi e i disagi si superano allenando la testa… Altra componente
fondamentale nella corsa e credo in tutti gli sport…. Il corpo ce la fa solo se
la testa glielo permette.”
Noi
adulti dobbiamo trasmettere la cultura dello sport e dell’attività fisica, sena
inganni e con principi e valori sani e a ciò pare contribuisca anche Giada che
fa tutto con semplicità, umiltà e modestia senza avvalersi di droghe e
sostanze illeciti: “Doping? Io non prendo
neanche i gel durante le gare! Sai come sono orgogliosa quando taglio il
traguardo e so di averlo fatto solo con le mie forze?... Va beh… Potassio e
magnesio li prendo! Bisogna insegnare ai giovani che i risultato devono
arrivare con le proprie forze… Solo così si diventa persone migliori.”
Nello
sport così come nella vita c’è bisogno di tanta sicurezza e fiducia in se
stessi, c’è bisogno di avvalersi di metodi e strategie per superare eventuali
imprevisti lungo incorso o nella vita quotidiana e Giada ha le sue strategie.
Hai
un idolo, parola, frase? Ci sono aiutatori o sabotatori interni o esterni? “Il
mio idolo è un amico.. Stefano Delbarba…. Grande ultra runner. La mia frase? Vola solo chi osa farlo…. I 'mostri' interni
ci sono sempre… Ad ogni gara…. Ma
bisogna non ascoltarli e a dare avanti.., anche qui tanta testa.”
Giada
fa tutto da sola non si avvale di professionisti, riesce a cavarsela con le sue
tabelle per allenarsi e preparare gare.
Ti avvali di figure
professionali: allenatore, nutrizionista, psicologo? “Mi alleno da sola…
Sempre seguendo magari delle tabelle quando devo preparare una gara. II mio supporto e motivazione principale è mio marito Alessandro che crede in me... E mi aiuta tantissimo...Mi accompagnerà al Passatore come tifoso insieme ai miei figli. Senza lui non sarei quella che sono.”
La
scuola ha una grande responsabilità nell’educare i ragazzi allo sport,
nell’affiancare genitori nell’educazione dei ragazzi ma non tutte le scuole
prevedono adeguate e sufficienti attività fisica e sportiva per introdurre i
ragazzi allo sport.
La scuola ti è stata di
aiuto nello sport? “La mia era una scuola
vecchio stile.. Poco sport e alle lezioni c'erano le suore… Immagina.”
Importante
è l’esempio di attività sportive nelle famiglie, introdurre i propri figli allo
sport portandoli a praticare sport anche semplici camminate o giochi di gruppo,
il resto poi viene da solo i ragazzi da soli
si appassionano e scelgono il loro sport.
La tua famiglia pratica
sport? “In famiglia siamo
tutti sportivi: Matteo 12 anni Basket….. Alessio 10 anni Pallanuoto (il
6/5 avrà la sua prima finale!)…mio marito corre e pratica mountain bike.”
Un’intervista
a Giada è riportata nel mio libro La 100 km del Passatore. Una gara fra coraggio
e resilienza.
La
100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza: Cosa significa correre
una gara di 100km? Quali meccanismi psicologici aiutano ad allenarsi e
gareggiare con coraggio e resilienza? La 100km del Passatore è una classica e
famosa gara di corsa a piedi da Firenze a Faenza.
È un libro che
racconta di atleti di livello nazionale e internazionale ma anche di atleti che
hanno la passione della corsa di lunga distanza e la lettura delle interviste
aiuta a vedere con occhi diversi questa pratica sportiva, una pratica da
avvicinarsi con cautela, attenzione, preparazione.
Sono trattati aspetti della
psicologia dello sport quali lo sviluppo della consapevolezza delle proprie
capacità e limiti; il grande e importante lavoro della definizione oculata
degli obiettivi chiari, difficili, sfidanti ma raggiungibili; il lavoro
dell'autoefficacia, il graduale fare affidamento su se stesso.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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