Matteo Simone
Come dico spesso, la sport ti rimette al mondo, fa scoprire se stessi, permette di mettersi in gioco e apprendere dall’esperienza.
Di seguito Fabio Di Giacomo, dell’Eolo Team, racconta la sua
esperienza di atleta rispondendo ad alcune mie domande.
Ti
sei sentito campione nello sport? “No mai. Mi piace
piuttosto considerarmi un atleta amatoriale di buon livello che di tanto in
tanto riesce a togliersi qualche soddisfazione!”
Qual
è stato il tuo percorso per diventare atleta?
“Come ho poi scoperto, il mio percorso è stato comune a quello di molti altri
atleti: ritrovare un benessere fisico perso ormai da tempo dovuto ad un
prolungato periodo di vita sedentaria e di disordine alimentare...la corsa, mi
ha restituito 'me stesso'.”
E’ importante, ogni tanto, rigenerarsi,
recuperare, fermarsi, coccolarsi, auto proteggersi, avere un piano B.
Chi
contribuisce alla tua performance? “Le persone che
frequento abitualmente: Debora, la mia compagna che mi supporta e sopporta, e
poi il gruppo dell’Eolo Team, a cominciare da i miei compagni di allenamento
Andrea e Stefano; passando al boss Luca, Giorgio che ci accudisce, Gianni che
ci segue nell’alimentazione e non solo, Fulvio che cura la parte tecnica; senza
poi dimenticare il mio principale, Stefano, che mi permette una certa libertà
di orario al lavoro così che posso gestire allenamenti e gare. Senza questo,
sarebbe tutto molto più difficile!”
C’è un mondo di persone dietro un
atleta, c’è la famiglia che ti sostiene ed è apprensiva e si preoccupa per il
benessere e per eventuali infortuni, ci sono gli amici di squadra che aiutano
negli allenamenti e in gara, fanno gruppo, stimolano; ci sono allenatori e
altre figura professionali che servono per il benessere e la performance dell’atleta, e tanto altro.
Bello tutto questo, importante sentirsi aiutati, sostenuti, riconosciuti,
coccolati. Importante avere qualcuno che si occupa di te e si preoccupa per te.
La gara della tua vita? La gara più difficile?
“La gara della vita spero sempre che possa essere la prossima! Al momento
quella che mi ha regalato più gioia è stata la vittoria alla Trans d’Havet 2016 assieme a Danilo
Lantermino, perché ottenuta nei luoghi della mia infanzia e davanti ai miei
familiari quasi inaspettatamente! Invece la gara più difficile è stata la
Lavaredo Ultra Trail dello scorso
anno, dove avevo grandi aspettative prima della partenza e dove invece ho
rimediato un batosta pazzesca, tanto che mi ero addirittura ritirato, salvo poi
ripensarci e ripartire per poi trascinarmi letteralmente al traguardo...anche
queste sono esperienze che servono perché poi rimangono bene impresso nella
nostra mente e servono da lezione per le gare future!”
Il 25 luglio 2015, Fabio corre la Trans d'Havet 80km Trail classificandosi al 3° posto in 11h56'16", preceduto da Emanuele Ludovisi 11h41'54" e dal vincitore Marco Pajusco 10h59'44".
L'anno successivo, il 23 luglio 2016 ci sono due vincitori alla Trans 80km con il crono di 10h32'28; Danilo Lantermino e Fabio Di Giacomo, a seguire Hans Paul Pizzinini 10h42'55".
Il 23 giugno 2017 Fabio ha portato a termine la Lavaredo Ultra Trail 120km in 17h35'49".
Quando corri nei luoghi a te cari e
familiari è tutto più bello, più gioioso e soddisfacente, si respira un’aria
famigliare con persone che ti riconoscono si amici che famigliari.
Mentre le
gare dure si mettono in conto così come si mettono in conto le crisi e
un’esperienza comune è quella della mente che chiede di fermarsi e di ritirarsi
ma un po’ dubbiosa, se riesci a sconfiggere il dubbio è fatta vai avanti fino
alla fine, è quello che sperimentano in tanti.
Io stesso l’ho sperimentato,
arriva il momento della stanchezza, dell’azzeramento delle energie, dello
svuotamento dei serbatori ma se hai esperienza, se ti conosci bene tutto ciò
non ti obbliga a ritirarti, una mente superiore ti permette di aver fiducia in
te stesso e in qualcosa superiore e vai avanti in attesa che si affacciano
avanti risorse residue fisiche e mentali.
Quale
esperienza ti dà la convinzione di potercela fare?
“Ci sono momenti in gara dove si è messi veramente alla prova, dove si giunge
al limite della sopportazione, momenti in cui la soluzione più giusta sarebbe
quella di fermarsi e ritirarsi, anche perché non facendolo si rischierebbe di
andare incontro a grosse problematiche fisiche...invece, testardamente si
sceglie di continuare, anzi, si sceglie di trascinarsi al traguardo per
raggiungere l’obiettivo che ci si era prefissati, e una volta conquistato, la
gioia che si prova cancella tutte le difficoltà patite fin poco prima e ti
convince 'Che si può fare!'”
In effetti lo sport di endurance insegna
che si possono fare cose che sembrano impossibili, cose straordinarie, ma è
tutto frutto dell’esperienza, dell’allenamento, delle doti personali, del
talento, dell’impegno e passione, determinazione e fiducia in sé.
Quali
sensazioni sperimenti nello sport: allenamenti, pre-gara, gara, post-gara?
“La gara è il coronamento di un percorso lungo e impegnativo, in cui
l’organizzazione, la passione e la dedizione, la fanno padroni. Non è sempre
semplice conciliare gli affetti familiari e i doveri lavorativi con una
preparazione per gare di Ultra Trail;
alla base di tutto ci deve un grandissimo entusiasmo che ti spinge nella giusta
direzione per arrivare all’obiettivo che ci si è preposti! Le sensazioni
coprono tutta la gamma dall’euforia al dolore. L’importante che prevalga la
gioia di fare quello che mi piace nonostante tutte le difficoltà che di volta
in volta ci si presentano.”
La gara fa parte di un grande pacchetto
che comprendo la decisione di fare quella determinata gara, l’organizzazione e
la pianificazione degli allenamenti e delle gare test, l’idea che uno si fa, il
confrontarsi con gli altri, il viaggio e anche il post gara, i commenti con
amici e famigliari e anche con se stesso, facendo il punto della situazione
rispetto a quello che si è fatto, come si è andati, cosa si è percepito o
appreso, ci sono sempre direzioni da prendere verso gare, sogni, mete e
obiettivi e sempre allenamenti, impegni, passione per trasformare l’idea in
azione con coronamento dei propri sogni, obiettivi, mete.
Quali
sono difficoltà e rischi? “Correndo giornalmente rischi e
difficoltà se ne incontrano sempre. Penso che i rischi siano direttamente
proporzionali al numero di ore che si passa correndo. Io prediligo la corsa su
sentiero, ma non è detto che la montagna sia più pericolosa di altri terreni.
Per contingenze mi trovo spesso a correre in città, e ho rischiato molte più
volte di essere investito per strada che non rischiare cadute rovinose in
qualche sentiero! L’altro grande rischio è quello che ci possa infortunare, più
spesso perché si tende ad esagerare, ed è quindi fondamentale pianificare gli
allenamenti, con i giusti periodi carico e di scarico per potersi rigenerare,
sia a livello fisico, sia a livello mentale.”
Come
superi eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Vivo molto
intensamente quello che faccio, e quindi le delusioni mi influenzano parecchio.
Quando capitano, la cosa più importante è riportare tutto nella giusta
dimensione, e cioè quella che siamo persone normali con una vita normale che a
volte fanno cose, diciamo così anormali, pensando soprattutto che non siamo
atleti professionisti, e che si fa tutto solo perché è una cosa che ci piacere
e ci far star bene, e quindi che bisogna accettare con il sorriso sia le cose
belle legate alla corsa, sia le cose meno piacevoli.”
Si supera tutto con il sorriso e
cercando di cambiare qualcosa che non funziona o non ha funzionato, sono
importanti la positività e l’umorismo per sviluppare resilienza e continuare
nei propri propositi.
Un messaggio per avvicinare i ragazzi allo sport?
“Sarà banale, ma fare sport in generale è salutare, qualunque esso sia! E che
lo sport sia uno sprone per mettersi in gioco anche nella vita! Per quanto
riguarda il mio di sport, l’uomo è fatto per stare in movimento, camminare o
corsa che sia, usciamo di casa e mettiamoci in moto.”
Bella testimonianza, ottimi spot, lo
dico spesso che bisogna uscire fuori dalla zona di confort e mettersi in moto
per prendere treni dello sport che passano ed è sempre il momento per fare ciò.
C'è
stato il rischio di incorrere nel doping? “No mai, e
nemmeno la più lontana tentazione.”
Un messaggio per sconsigliarne l'uso?
“Il messaggio è la soddisfazione impagabile di poter dire di aver fatto con le
proprie forze e senza nessuna scorciatoie cose che forse non si riteneva in
grado di poter fare.”
Vero, più dura è la lotta e più glorioso
il trionfo, quindi perché trovare scorciatoie per eccellere nello sport
ingannando prima se stessi e poi gli altri e facendosi anche del male alla
propria salute e allo sport in generale.
Familiari
e amici cosa dicono del tuo sport? “Fortunatamente
familiari e amici sono tutti un po’ dentro a questo mio sport e ricevo solo
sostegno.”
E questo è la cosa ideale, diventa
difficile trovare un sano equilibrio tra le propri passioni, il lavoro e gli
impegni famigliari.
Cosa
hai scoperto di te stesso nel praticare sport?
“Che siamo delle persone incredibili! Il corpo umano è una macchina perfetta
che potenzialmente potrebbe fare tutto, e in questo senso negli ultimi anni si
sentono sempre più spesso di imprese di tutti i tipi! Ma la vera sorpresa è
scoprire quanta importanza abbia l’aspetto mentale, che è quello che ti aiuta a
superare i propri limiti e può sopperire in qualche misura a lacune atletiche!”.
Concordo bisogna far alleare corpo e mente
per poter andare da qualche parte sperimentando benessere e successo.
Ritieni
utile lo psicologo dello sport? “Non ho mai avuto
occasione di interagire con uno psicologo dello sport, quindi, non saprei.”
Prossimi obiettivi? “L’obiettivo è quello di continuare come sto facendo per cercare di
confermarmi a buoni livelli nelle gare di Ultra
Trail , almeno fin che il fisico e l’entusiasmo, mi sorregge".
Nel 2017, due importanti vittorie per Fabio in gare di ultratrail: il 30 aprile vinse il 10° The Abbots Way Ultra Trail 125km in 13h31'10", precedendo Ivan Geronazzo e Mirko Miotto che arrivano insieme in 13h47'13"; il 7 ottobre vinse l'8° Morenic Trail 118 km in 10h57'36", precedendo Gabriele Abate 12h10'40" e il francese Franck Manivoz 12h25'52".
C'è un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva? “La scorsa estate, in vista dell’UTMB, come rifinitura di preparazione ho fatto una parte di Via Francigena, da Siena a Roma. Solo che non propriamente con lo spirito calmo del Pellegrino, ma piuttosto con l’animo dell’Ultra Runner, e quindi invece della canonica tappa giornaliera, ne mettevo assieme 3, per un totale di circa 60/65km giornalieri. Alla sera quando arrivavo nel dormitorio e incontravo gli altri pellegrini, ci si metteva a parlare e le domande erano le solite, da dove sei partito, fin dove arrivi, e quando scoprivano che facevo 3 tappe al giorno vedevo sguardi stupiti e sentivo commenti increduli da una parte era divertente, dall’altra mi imbarazzava, perché consideravano un’impresa quella che io e gli altri Runners che conosco riteniamo tutto sommato normale.”
Sogni realizzati e da realizzare? Un sogno realizzato è stato sicuramente l’aver portato a termine l’UTMB, ovvero il periplo del Monte Bianco percorrendo circa 170km e 10.000mt di dislivello; un sogno da realizzare è quello di poter prendere parte a una 100 miglia americana storica, come la Wester States, la Leadville, l’Hardrock.”In effetti le sensazioni che si sperimentano facendo sport prolungato ritenuto estremo è il piacere del momento presente mentre lo si fa, la soddisfazione finale dell’essere riuscito in una grande sfida e poi i racconti alle persone che restano sbalorditi e increduli.
L'1 settembre 2017, Fabio ha corso l'Ultra Trail Tour du Mont Blanc (UTMB) (FRA) 167.7km in 26h50'07".
Il 20 agosto 2022, Fabio ha corso la Leadville Trail 100 Mile (USA) in 21h35'16".
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
1 commento:
Fabio sei proprio uno di noi... i complimenti te li meriti tutti..!!!
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