Matteo SIMONE
La corsa ti fa faticare ma ti rende
felice. La maratona è il coronamento di un sogno, il resoconto di un periodo di
lavoro dove si raccolgono i frutti.
Correre una maratona diventa un’impresa, poi
quando ne corri una fatta bene diventa una soddisfazione personale che corona
il periodo di allenamenti, impegno, fatica.
Carlo
Poddighe: Sogni realizzati? “Ho realizzato il sogno di correre maratone.
Poi quello di farlo migliorando i miei tempi.”
Vito
Cafaro: Sogni realizzati: “Un sogno realizzato è sicuramente la
maratona.”
Benedetto
Scarpellino: Quali sono i tuoi pensieri? “I pensieri più belli e forti sono nel
rettilineo finale di una maratona, quando ti rendi conto di aver raccolto
quanto seminato nei mesi precedenti.”
Lo sport in generale e soprattutto la
maratona diventa una scuola di vita, si apprende sempre. La maratona ti cambia
la vita, fortifica, incrementa autoefficacia e resilienza.
La maratona è
un’esperienza che ti rende forte nello sport come nella vita di tutti i giorni.
La maratona insegna a essere riflessivi e pacati, a non essere impulsivi.
Silvia
Bortolotti: “La maratona,
corrine una e ti cambia la vita dico sempre io … per me nulla ti rende forte
come l'esperienza della maratona … ti rende forte nello sport come nella vita
di tutti i giorni.”
Tanti
sono i fattori che possono influenzare l’atleta nella sua prestazione. Importante è un’autoconoscenza personale ed interiore, ad
iniziare dal proprio respiro, dall'osservazione interna ed esterna,
dall'ascolto delle proprie sensazioni.
René Cunéaz: “Ho una sensibilità incredibile del mio limite. Sento se sto correndo
più piano o più forte della mia soglia. In maratona è un pregio. Quando provo
ad andare oltre faccio talmente tanta fatica che rischio di pagare lo sforzo
calando notevolmente il ritmo. Per questo, molte volte, in gare anche più
corte, mi stacco dal gruppo e continuo col mio passo. Molti atleti,
solitamente, li riprendo nel finale di gara.”
E’ importante conoscersi bene,
sviluppare consapevolezza delle proprie capacità e limiti e saper gestire le
proprie forze e le proprie energie per non svuotare troppo presto i serbatoi di
carburante.
Carlo
Poddighe: Quale è stata
la tua gara più difficile? “Paradossalmente
quella dove avevo riposto maggiori aspettative. Nel 2015, maratona di Valencia,
in Spagna. Forse per il caldo, forse perché ci sono arrivato stanco. Avevo
corso troppe gare poco prima. Ricordo una 33 km con parecchia salita in
Toscana, la Firenze Reggello. Credevo di aver recuperato, invece no. Alla fine
credo che tagliai il traguardo in 3h35' un po' troppo per i mei tempi abituali;
ma portare a termine una maratona è sempre un’impresa, è sempre bello.”
Raffaele
Luciano: Quali saranno le strategie di gara? “L'Idea è quella di partire tranquillo e poi
fare la gara in progressione, cercando di evitare la sofferenza dello scorso
anno, dove dal 23° al 39° ho spinto troppo e poi ho pagato nel finale.”
Di seguito alcune testimonianze di maratoneti che rispondono
alla domanda: La gara della tua vita, dove hai sperimentato le
emozioni più belle?
Carlo
Poddighe: “Io direi che ogni maratona mi ha regalato
forti emozioni. La prima, fine 2013. Arrivai in 3h29'. Poi la soddisfazione
provata quando sono riuscito a tagliare il traguardo in 3h13' lo scorso
ottobre.”
René Cunéaz: “Di gare belle ce ne sono state tante ma quelle che in assoluto mi hanno dato più soddisfazione sono state le due maratone da 2h15'. La prima a Firenze 2015 perché non mi aspettavo di correre così forte alla mia terza maratona; la seconda a Francoforte 2016 perché ho corso con una facilità paragonabile a Firenze ma con una chiusura nel finale più forte e con un margine nella parte centrale di gara che mi dà la consapevolezza, sempre che la preparazione vada per il verso giusto senza infortuni e con la giusta motivazione, di poter scendere sotto le 2h15' nei prossimi anni.”
Vito
Cafaro: “L'emozione
più intensa è stata senza ombra di dubbio la prima maratona. A 1 km dall'arrivo
non trattenevo le lacrime.”
Michele
Fiale: “La
gara del mio cuore è stata nel 2007 la maratona di New York che mi ha dato
sensazioni ed emozioni indescrivibili che tutt'ora porto nel cuore e racconto
con piacere ad amici e conoscenti."
Elisa
Tempestini: “Ovvio l'emozione
più grande è stata la mia prima Maratona a 50 anni!”
Flora
Alicino: “La mia
prima maratona a Roma, la prima sfida che ho vinto con me stessa.”
William
Alfredo: “Maratona di
Roma 2013, la mia prima maratona in un anno da quando ho iniziato a correre,
mai avrei immaginato finire una regina, questo mi ha dato spinta per far altre
4 maratone.”
E’ importante avere chiari gli obiettivi
che devono essere difficili e sfidanti ma raggiungibili gradualmente e
progressivamente. Inoltre bisogna avere una motivazione adeguata che ti
permette di impegnarti con determinazione e convinzione per raggiungere
l’obiettivo stabilito.
Eligio
Lomuscio: Cambia qualcosa dopo questa maratona? “Il traguardo di questa maratona mi ha fatto
capire che con un po’ di buona volontà tutto è raggiungibile, in una maratona
per me non ci vuole solo la forza delle gambe, ma ci vuole anche e soprattutto
una grande forza mentale.”
E’ importante porre tanta attenzione
nelle cose che si fanno e sviluppare consapevolezza di sé e fiducia in se
stessi. La motivazione deve essere solida. E’ necessario attingere alle risorse
interne per perseguire le mete desiderate e cavalcare l’onda del cambiamento
per seguire la direzione che porta a trasformare sogni in realtà e raggiungere
obiettivi sfidanti ma non impossibili. Siamo tutti in grado di perseguire i
nostri sogni.
Liberato
Pellecchia (Maratona di Berlino PB 2h14'28): “Spesso negli allenamenti o nei momenti che
mi prendo per me stesso visualizzo o immagino spesso le gare che preparo con
l'idea: ‘se lo sogni lo puoi fare’.”
La self efficacy è la convinzione di
possedere le capacità per raggiungere i risultati prefissati. Le fonti delle
convinzioni di efficacia: esperienze di successo, modelli di riferimento,
persuasione verbale, sensazioni sperimentate in esperienze di successo.
Le
persone con un alto senso di autoefficacia percepiscono le difficoltà come
sfide.
Lorena
Brusamento: Cosa ti aiuta in gare importanti? “Sicurezza in me stessa, forza mentale,
determinazione, voglia di dimostrare a me stessa che il limite si può sempre
superare...e che quindi il limite non esiste.”
E’ importante considerare l’eventuale
ansia di prestazione saperla affrontare, accettarla, gestirla, superarla.
Eleonora
Bazzoni (2h45’ prima Italiana alla maratona di Roma):
Pensieri, sensazioni, emozioni, prima della gara? “I giorni precedenti la gara ero molto emozionata, tesa, nervosa,
diciamo che chi mi incontrava percepiva il mio stato d'animo, non riuscivo a
pensare ad altro. Il giorno stesso della gara ero molto tranquilla, felice e
curiosa trasformando quell’agitazione in concentrazione e determinazione.
Inoltre accanto a me avevo il mio allenatore e questo ha contribuito alla mia
tranquillità.”
I maratoneti vanno alla continua ricerca di
sondare le proprie possibilità, osano ma sono convinti di farcela e hanno dalla
loro parte le sensazioni di benessere che sperimentano mentre fanno quello che
vogliono con passione e dedizione.
Federica Sicignano: Sensazioni, emozioni, pensieri prima
della prossima gara importante? “Mi si è
aperto di nuovo il piede. Reggerà il ginocchio? Speriamo non mi venga il mal di
schiena. Sono stanca ce la farò? Poi il miracolo! La mente si libera e il tuo
corpo si carica di energia. Rimangono solo la determinazione e la voglia di
sentire i piedi dentro le mie amate scarpe. Guardo per l’ennesima volta il
video del percorso e mi metto le cuffie per tuffarmi nel mio mondo insieme alla
musica. Si parte! Con una squadra speciale di spettatori ad accompagnarmi. Papà
guida e Valeria pensa alla compilation per il viaggio. Mamma a casa con Kikko a
fare il tifo per me. Senza dimenticare di chi ti chiama per assicurarsi che sia
pronta e di chi invece attraverso un sms lascia il segno. Io dormo con i piedi
all’aria intanto, per riposare le gambe. Stiamo andando a Parigi! Semplicemente
emozionate!”
Una ricca e bella testimonianza che
riassume quello che può vivere un atleta prima di un grande evento come la gara
della maratona. Davvero una bella storia, un bel mondo da vivere e
sperimentare. Dietro l’atleta c’è un mondo oltre a se stesso, ci sono famiglie
e amici, qualcuno che ti accompagna, ti sostiene, si preoccupa, ti coccola,
qualcuno che ti segue, ti contatta, ti manda messaggi augurali. Vale proprio la
pena di entrare nel mondo dello sport per allenarsi, gareggiare, condividere
momenti preziosi di fatica, gioie e soddisfazioni. La maratona inizia tanto
tempo prima dello start, per Federica credo sia iniziata a Iten, quando eravamo
in gruppo ed eravamo accanto a lei nel momento della sua iscrizione alla
maratona di Parigi, da lì si è attivata Federica per allenarsi e arrivare al
giorno della gara pronta, dopo aver sperimentato anche lo stage running in altura in Kenya proprio a Iten, la città dei
campioni correndo accanto a pacer
eccezionali, con un gruppo di amici italiani eccezionali e di keniani
straordinari.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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