Dott. Matteo Simone
Lo sport è un'ottima opportunità che si può presentare nella vita di una persona.
A volte si presenta da ragazzini grazie a familiari o scuole che propongono
attività ludico sportive, altre volte lo sport lo incontri ad età un po’ più
avanzata, altre volte diventa una necessità o un’indicazione per cambiare stile
di vita, dimagrire, sperimentare benessere, condividere, fare
parte di una squadra.
Altre volte diventa un’opportunità lavorativa se diventi
atleta professionista, altre volte ti fa sognare, comunque è una metafora della
vita, una palestra di vita.
Stefano
Rinaldi racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie
domande.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Campione assolutamente no, diciamo che
mi considero un discreto atleta, madre natura mi ha fornito un buon motore ed
io cerco di ottenere il massimo da lui.”
Ci
vuole non solo talento e una buona dotazione fisica e mentale, ma anche una
propensione ad allenarsi, un’alta motivazione, una forte passione, grinta e
determinazione per far bene e sempre meglio e per rialzarsi sempre andando
incontro ai propri sogni.
Come hai scelto il tuo sport? Qual è stato il tuo percorso per
diventare atleta?
“Partiamo dal fatto che ho fatto ciclismo per 10 anni dai 7 ai 17 anni a
livello agonistico, togliendomi anche diverse soddisfazioni. All'età di 17 anni
ho mollato la bici, stanco dei sacrifici e della vita dura che ti richiede il
ciclismo, ho continuato una passione che avevo fin da piccolo quella dello
skateboard, ma con il passare degli anni avevo messo su diversi chili (25 kg in
più rispetto ad oggi) 3 anni fa iniziando una dieta ho deciso di affiancare
alla dieta qualche corsetta, da lì è partito il tutto, la corsa ha iniziato a
prendermi sempre di più, ora fa parte integrante della mia vita.”
Nello sport quali fattori o persone hanno contribuito al tuo benessere o
performance?
“Sicuramente a livello mentale la mia famiglia che mi supporta in tutto quello
che faccio, il team per cui corro (EOLO), i miei compagni di team, più che compagni dei veri e propri amici. Per
quanto riguarda il fattore sia fisico (performance) che mentale non posso che
ringraziare Gianni Carletti di Kratos che con pazienza ci segue con
l’alimentazione e con importanti nozioni di vita.”
Insomma, Stefano pare essere in una botte di ferro, protetto e coccolato un o’ da tutti,
consigliato e tutelato da professionisti, amici e familiari.
Quali meccanismi psicologici contribuiscono al tuo benessere o performance? “Sicuramente il fatto di riuscire a
trovare un buon equilibrio mentale, perché con il lavoro la famiglia e gli
allenamenti tutto questo non è affatto semplice.”
Importante
avere a disposizione una passione o hobby per sfogarsi, per elaborare situazioni
e problemi, per avere un mondo tutto per sé parallelo a quello familiare e
lavorativo e diventa importante trovare un sano equilibrio tra la sfera
personale, il contesto familiare e lavorativo.
La gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni
più belle?
“Ogni gara penso sia a sé, sicuramente ci sono i lati positivi e negativi in
ogni gara, diciamo che le emozioni più belle le ho sul traguardo quando vedo la
mia famiglia che mi aspetta e tagliare il traguardo con i miei bimbi in braccio
è la cosa più bella che mi possa capitare.”
Belle
queste parole, uno sport di fatica ma ricompensato da immagini di affetto e
amore quali possono essere bimbi che aspettano all’arrivo che iniziano ad
assaporare la gioia dello sport, un approccio all’aria aperta e alla fatica
sana per raggiungere un risultato o solamente un traguardo.
Quale è stata la tua gara più difficile? “Penso che ogni gara abbia le sue
difficoltà, sicuramente la Val Borbera Marathon del 2017 è stata una gara per
me molto difficile in quanto sono stato male con crampi per più di metà gara e
riuscire a portarla a casa anche in maniera dignitosa è stata davvero dura e
difficile.”
Ricordi un’esperienza che ti dà la convinzione di potercela fare? “Ogni giorno, in qualsiasi cosa che
intraprendo sia nella vita che nello sport parto con la convinzione di
potercela fare, sono un vero testone, certamente i sacrifici che faccio mi
danno la convinzione di poter farcela fare.”
Ti va di descrivere un episodio curioso o divertente della tua attività
sportiva?
“Un episodio davvero curioso è capitato all’Eco Trail di Firenze quando ho
scoperto di aver vinto assieme ad Andrea praticamente sulla linea del
traguardo.”
Ho
visto la foto dell’arrivo e ho potuto apprezzare la gioia degli atleti
all’arrivo senza aggressività o cattiveria ma felici e soddisfatti di quello
che sono riusciti a fare insieme, lo sport che vogliamo.
Nel tuo sport quali sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi fare attenzione ? “Fattori di rischio ce ne sono milione
come penso in tantissimi sport, bisogna sempre stare attenti, quasi meticolosi
in tutto quello che si fa, l’infortunio è sempre in agguato. Ti sto scrivendo
con le ginocchia sbucciate e con una distorsione alla caviglia in via di
guarigione.”
In
effetti anch’io ho una metatarsalgia e una contrattura, comunque si fa tutto,
bisogna darsi tempo, saper essere pazienti ed essere sempre disposti a
ricominciare con entusiasmo ed energie rinnovate.
Quali condizioni ti hanno indotto a fare una prestazione non ottimale? “Nel trail running ci sono un milione
di varianti che possono influenzare una gara dal tempo al fisico, diciamo che
nel mio caso specifico ogni tanto il mio stomaco decide di farmi impazzire.”
Cosa ti fa continuare a fare sport? “Il fatto di star bene con me stesso,
da quando faccio sport mi ammalo di meno. Sicuramente anche perché mi piace
anche l’aspetto agonistico dello sport, amo il confronto con gli altri.”
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Con la testa, senza mai scoraggiarmi,
lavorando al meglio per tornare più forte di prima. Come dice sempre il mio
amico Martin: (Di fatica non è mai morto nessuno).”
Un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli allo
sport?
“Lo sport è fatica sacrificio, ma lo sport è la miglior palestra di vita che si
può avere, perché conoscere davvero cosa significa fare sacrifici e saper
soffrire ti aiuta nella vita di tutti i giorni per farti affrontare al meglio tutti
i problemi della vita extrasportiva.”
C’è stato il rischio doping? “Da parte mia rischi di incorrere nel
doping non c’è ne sono mai stati.”
Familiari e amici cosa dicono circa il tuo sport? “I miei familiari mi supportano in
tutto, soprattutto mia moglie Daniela che è veramente una santa donna.”
Riesci a immaginare una vita senza sport? “Al momento non riesco ad immaginare
una vita senza sport, mi diverto troppo.”
Hai mai pensato per infortuni o altro di smettere di essere atleta? “Per adesso no, certamente in futuro
vorrei riuscire a dedicare più tempo alla mia famiglia.”
Se potessi tornare indietro cosa faresti? “Rifarei quello che ho fatto senza
rimpianti.”
Ritieni utile la figura dello psicologo dello sport? Per quali aspetti
e in quali fasi?
“La ritengo utile magari in un soggetto un po’ debole a livello mentale, una
persona che ha bisogno di stimoli per andare avanti e per raggiungere un
obbiettivo.”
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e
da realizzare? “I
miei prossimi obbiettivi sono quelli di continuare a divertirmi in quello che
faccio e cercare di passare più tempo con la mia famiglia che se lo merita.”
Dott. Matteo Simone
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR








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