Matteo Simone
In occasione del prossimo Campionato Mondiale di Trail Running 2018 che si disputerà a Penyagolosa (Spagna) il 12 maggio 2018, 85 Km (D+ 4000 mt), la FIDAL a comunicato i seguenti nominati delle atlete selezionate:
Chiara Bertino (Asd Podistica Torino), Alessandra
Boifava (Ultrabericus Team ASD), Lisa Borzani
(Bergamo Stars Atletica), Lidia Mongelli
(Atl. Correrepollino).
Di
seguito Chiara racconta le sue impressioni di atleta rispondendo ad alcune mie
domande.
Ti sei sentita campionessa nello sport? “No, anzi, quando mi guardo intorno mi
sembra sempre di non essere all’altezza.”
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? “Fino al 2011 facevo sporadicamente
sport, e a livello amatoriale. Siccome credo fermamente nel potere dell’esempio,
nel 2011 mi sono avvicinata allo
sport per dare il buon esempio ai miei figli e ho iniziato a fare dello sport una parte importante e necessaria della mia vita. Poi nel 2013 volevo capire dove potessi arrivare, e così ho iniziato un percorso con il mio allenatore, che mi ha portato qui oggi. Mi sono appassionata, e mi sono trovata a migliorare tutte le mie relazioni (lavorative, di amicizie, etc.) sfogandomi nelle competizioni. Nel 2011 il giro di corsa di 8 km intorno a casa mi sembrava eterno...quindi se ce l'ho fatta io, credendo nei miei sogni, ce la possono fare anche gli altri!”
A
volte si incontra lo sport per caso o per indicazione da parte di qualcuno e si
scopre che è qualcosa di terapeutico e benefico per se stessi e per coloro che
ci circondano.
Chi contribuisce alla tua performance? “Sicuramente la serenità in casa,
l’appoggio di mio marito, dei miei figli, dei miei famigliari. Poi il mio
allenatore, che mi conosce e sa quali sono i miei punti deboli, non solo
fisicamente ma anche psicologicamente. E poi l’appoggio di tutta la mia
squadra, dei miei amici e colleghi, il sapere che mi seguono nelle mie imprese
mi aiuta a non mollare.”
L’atleta
ha bisogno e necessità di sentirsi sereno, di essere tranquillo. Inoltre
l’atleta ha bisogno di fidarsi e affidarsi a qualcuno, di essere consigliato e
sostenuto, e al riguardo sono fondamentali le figure di allenatori, familiari
e amici presenti e comprensivi.
La gara della tua vita? La gara più difficile? “Per ora la gara della mia vita è stata
la TDS all’UTMB, 120 Km e 7000 mt D+, tecnica, bellissima, inaspettato quarto
posto e prima italiana. La gara più difficile…deve ancora venire!”
Il 30 agosto 2017, Chiara ha corso la “8ème Sur les Traces des Ducs de Savoie (TDS)” in 18h49’57”, classificandosi quarta donna assoluta e prima italiana, preceduta dalla vincitrice svedese Mimmi Kotka 15h47’07, la francese Maud Gobert 18h11’54 e la ungherese Ildico Wermescher 18h20’05. Il vincitore assoluto è stato il francese Michel Christian Lanne 14h33’09”, precedendo i connazionali Sylvain Camus 14h36’14” e Antoine Guillon 14h36’14”.
E
ha ragione Chiara nel dire che il meglio deve ancora venire a partire dalla
convocazione ai prossimi mondiali di ultratrail in Spagna.
Quale esperienza ti dà la convinzione di potercela fare? “Solo le parole del mio allenatore, che
mi dice che sono forte nella mia disciplina, anche se io non gli credo, quando
gareggio mi ripeto dentro le sue parole per stare concentrata.”
E
questa è una buona tecnica mentale, il ripetere le parole del proprio
allenatore dentro di sé aiuta molto soprattutto a incrementare l’autoefficacia
essendo le persuasioni verbali una delle quattro fondi dell’autoefficacia oltre
alle precedenti esperienze di successo, le sensazioni sperimentate e i modelli
di riferimento.
C’è un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva? “Si…una volta sono arrivata quinta
quando ero la favorita…e lo speaker un po’ dispiaciuto mi ha chiesto se stavo
bene e se ero contenta, certo, gli ho risposto, se siamo qui è per
divertirci e perché stiamo bene!”
A
volte si hanno sempre alte aspettative nei confronti degli atleti
considerandoli invincibili e imbattibili, ma lo sport si fa sempre anche
quando le condizioni non sono del tutto alla perfezione, si può sperimentare
ugualmente benessere attraverso una prestazione non proprio di successo.
Quali sensazioni sperimenti nello sport: allenamenti, pre-gara, gara,
post-gara?
“Durante gli allenamenti cerco di ascoltare il mio corpo, mi concentro sul
movimento, sul fiato. Nel pre-gara cerco di studiare bene il percorso, il tempo
stimato, l’alimentazione. Durante la gara mi isolo, faccio la mia gara, al
meglio delle mie possibilità, cerco di non guardare gli altri, anche se mi
sorpassano, soprattutto sulle lunghe distanze, mi ripeto di lasciarli andare,
che poi io ne avrò di più alla fine. Nel post-gara sono sempre contenta, a volte
di più, se ho fatto una bella gara, a volte meno, ma cerco sempre di essere
positiva…gareggiare è sempre un onore e un regalo che ci viene fatto!”
Belle
parole, notevole consapevolezza delle proprie possibilità e caratteristiche
personali così come dei propri limiti. Ognuno fa la sua gara, ognuno si conosce
bene e sa come fare e quando pigiare sull'acceleratore senza fretta e senza
pressioni esterne.
Quali sono difficoltà e rischi? “A volte la stanchezza fisica e
psicologica, la voglia di non svegliarsi alle 4,30 del mattino per allenarsi, e
poi fare le corse tutto il giorno al lavoro, per cucinare, fare la
spesa…insomma a volte il desiderio di prendersi qualche aperitivo o caffè con
un’amica…purtroppo questi momenti per me sono rari. I rischi ci sono per ogni
disciplina sportiva, in particolare gli infortuni.”
Insomma,
un bell'impegno, ma l’impresa vale importante prestazioni e una maglia azzurra,
finché si può si fa, poi bisogna scegliere e rispettare se stessi trovando un
sano equilibrio.
Come superi eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Con saggezza e calma. Tanto non
possiamo farci nulla, se non aspettare e approfittarne per ricaricare le
batterie. Quando mi ruppi due coste imparai a fare braccialetti e collanine per
tutte le amiche, e riuscii a leggere in due mesi almeno 15 libri!”
E’
importante sempre avere un piano B, un’attività di riserva, un approccio
meditativo che ti porta a stare e non fare, essere senza agire.
Un messaggio per avvicinare i ragazzi allo sport? “L’educazione oggigiorno è sempre più
difficile, da parte delle famiglie per gli impegni lavorativi, e da parte della
scuola per le norme che impediscono a molti prof di far bene il loro lavoro. Nel mondo d’oggi in cui non ci si priva più di nulla, e non è più concesso aver mal di pancia senza doversi imbottire di pastiglie, credo fermamente che l’educazione sportiva, l’educazione alla resilienza, sia fondamentale per i nostri ragazzi, per renderli un po’ meno 'piagnoni' e un po’ più forti di fronte alle avversità dello sport e della vita. Lo sport è una grande scuola di vita, e competere, in primis con noi stessi, ci permette di conoscerci meglio. Inoltre si capisce bene il concetto del lavoro, che alla fine ripaga sempre. La vita non ci regala nulla.”
Una
bella illustrazione dello sport come scuola di vita e di resilienza. Concordo
lo sport non può che svegliare ragazzi e adulti, non può che diventare
un’ottima forma di educazione parallela a quella famigliare e scolastica, una
scuola pratica di vita a contatto con la fatica e con i risultati da
conquistare con impegno e fiducia.
C’è stato il rischio di incorrere nel doping? “Mai, sono un medico e conosco molto
bene l’effetto del doping. Purtroppo mi sono capitati anche dei casi.”
Famigliari e amici dicono del
tuo sport?
“Mi sostengono, e mi aiutano molto nella gestione famigliare.”
Cosa hai scoperto di te stesso nel praticare sport? “Ho scoperto di essere tenace,
competitiva, ma anche leggera, nel senso che la vita è una cosa seria da
prendere per gioco, lo sport è un gioco da prendere sul serio.”
Chiara
appare molto positiva e morbida, un buon approccio per chi fa sport di
endurance come il trail e l’ultratrail dove bisogna fare le cose sul serio ma
avere sempre una predisposizione ad affrontare eventuali crisi con umorismo e
pazienza.
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare? “Il prossimo obiettivo inaspettato,
vista la convocazione in nazionale, sono i Mondiali a Penyagolosa il 12 maggio.
Poi la LUT a giugno (ho il conto aperto dallo scorso anno…). Il prossimo anno
spero UTMB…e poi finché potrò farò qualcosa da raccontare ai miei nipotini!”
Chiara
sembra essere disposta a mettersi in gioco e
prendersi gioco. Ancora complimenti per questo spirito giovane e per la presenza in nazionale.
Il 12 maggio 2018, Chiara ha partecipato ai Campionati Mondiali “IAU/ITRA Trail WC 2018, Penyagolosa (ESP) 85km, con il crono di 12h52’06”.
Il 22 giugno 2018, Chiara ha corso la Lavaredo Ultra Trail 120km in 19h05’19”.
Il 30.08-01.09.2019, Chiara ha corso l’Ultra Trail Tour du Mont Blanc (UTMB) 171km in 33h59’59”.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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