Lo sport aiuta a conoscersi e a cavarsela anche nella vita quotidiana, aiuta a scoprire proprie potenzialità, aiuta a scoprire mondi come quello acquatico.
Di seguito, Lorenzo racconta la sua
esperienza di atleta rispondendo ad alcune mie domande.
Ti
sei sentito campione nello sport? “Campione no, ma anche
se non ti senti campione prima di una gara e duranti gli allenamenti, il
livello d’impegno personale è sempre il più alto possibile. L’importante non è
sentirsi un campione, ma lavorare sempre al massimo per superare i propri
limiti. Sono questi i veri avversari di un atleta.”
E’ importante pianificare propri
obiettivi e organizzarsi per raggiungerli considerando proprie capacità,
possibilità e mezzi a disposizione.
Qual
è stato il tuo percorso per diventare atleta?
“Nel nuoto solitamente sono i genitori a spingere i propri figli a praticare
questo sport. Così fu anche per me. Poi, anche coloro i quali sarebbero
diventati i miei migliori amici hanno contribuito ad avvicinarmi sempre più al
mondo dell’agonismo.”
Chi contribuisce alla tua performance? “Sono convinto che i contributi maggiori provengano dall’allenatore che oltre a scegliere gli allenamenti ha il compito fondamentale di motivare un atleta; quindi particolarmente importanti sono i compagni di allenamento, che creano quello spirito di competizione anche durante le sedute di allenamento. Infine, il ruolo più importante spetta all’atleta stesso, il quale deve affrontare anche una dura sfida psicologica per poter migliorare.”
Quale esperienza ti dà la convinzione di potercela fare? “Non c’è in realtà un'unica esperienza che mi dà tale sensazione, è l’intero percorso che ti fa capire che di fronte ad un ostacolo, anche attraverso fatiche e sacrifici, ce la si può fare.”
Chi contribuisce alla tua performance? “Sono convinto che i contributi maggiori provengano dall’allenatore che oltre a scegliere gli allenamenti ha il compito fondamentale di motivare un atleta; quindi particolarmente importanti sono i compagni di allenamento, che creano quello spirito di competizione anche durante le sedute di allenamento. Infine, il ruolo più importante spetta all’atleta stesso, il quale deve affrontare anche una dura sfida psicologica per poter migliorare.”
Nello sport è importante la motivazione
personale e una forte passione e poi altri ingredienti possono essere un bravo
allenatore che tira fuori il meglio dell’atleta e lo sostiene in allenamento e
in gara, importanti anche gli amici di allenamento o di squadra per un lavoro
collettivo e per la condivisione di allenamenti, gare e trasferte.
Qual
è stata la gara più difficile? “Probabilmente un 400
stile libero, perché oltre alle numerose prove in allenamento, anche la gara ha
richiesto una notevole concentrazione.”Quale esperienza ti dà la convinzione di potercela fare? “Non c’è in realtà un'unica esperienza che mi dà tale sensazione, è l’intero percorso che ti fa capire che di fronte ad un ostacolo, anche attraverso fatiche e sacrifici, ce la si può fare.”
C'è
un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva?
“Non trovo episodi particolarmente curiosi, anche se sono convinto che ogni
atleta prima o poi abbia subito una punizione più o meno dura. Ebbene, la
punizione nel mio caso consisteva solitamente in lavori a farfalla (stile a mio
parere molto faticoso). E così quando eravamo particolarmente spiritosi nei
confronti del nostro allenatore o non avevamo intenzione di allenarci troppo
seriamente, scattava automaticamente la fatidica decisione. La cosa forse più
fastidiosa era data dal fatto che se uno disturbava in modo eccessivo tutti
svolgevano lo stesso lavoro punitivo. Più di una volta nell’ultimo anno,
infatti, è successo che per colpa di un ragazzino un po’ troppo esuberante ci
trovavamo tutti nella stessa sorte intenti a concludere delle durissime serie
da 100 metri a farfalla.”
Quali
sensazioni sperimenti nello sport (allenamenti, pre-gara, gara, post-gara)?
“In allenamento predomina, nella maggior parte delle sedute, il desiderio di
realizzare un’ottima prestazione, limitando il più possibile gli errori. Durante
il periodo pre-gara, ovviamente, è la tensione la sensazione preponderante.
Tuttavia, le sensazioni più forti si manifestano sul blocco di partenza prima
di entrare in acqua. In quel momento puoi guardare l’intera vasca e i tuoi
avversari ai lati del tuo blocco, fino al fischio del giudice di gara, quando
d’improvviso tutti i muscoli si contraggono per cercare la spinta più efficace e
infrangere la superficie dell’acqua. È quello il momento che mi fa amare
maggiormente il nuoto. Nel post-gara il mio stato d’animo varia a seconda del
risultato ottenuto.”
Quali
sono difficoltà e rischi? “La maggior difficoltà è non
annoiarsi, mantenere sempre alta la concentrazione durante l’intero
allenamento. Il rischio maggiore si concretizza nell’abbandono dell’attività
sportiva, ma spetta in genere all’allenatore il compito di dare degli obiettivi
a ciascun atleta.”
Come
superi eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “L’infortunio è
forse uno degli ostacoli più difficili da superare, perché quando torni ad
allenarti dopo anche settimane di stop, ti ritrovi quasi al punto di partenza
di inizio stagione, dal punto di vista della prestazione. L’unico rimedio
consiste nel non demordere. Per crisi e sconfitte credo sia utile condividere
le proprie esperienze con il proprio allenatore, che come detto, deve essere un
po’ l’anima, il motivatore della squadra.”
Quale
può essere un messaggio per avvicinare i ragazzi allo sport?
“Bisognerebbe far emergere l’aspetto legato al divertimento e all’amicizia,
perché molto difficilmente un ragazzino si avvicinerebbe al mondo dello sport
unicamente con l’obiettivo di allenarsi. Anzi, spesso per i ragazzi più
giovani, l’attività ludica deve essere parte integrante della preparazione
atletica.”
C'è
stato il rischio di incorrere nel doping? “Nella mia
esperienza no.”
Quale
può essere un messaggio per sconsigliarne l'uso?
“Il doping è un modo per vincere imbrogliando: in realtà chi imbroglia non
vince mai. È la sostanza assunta che vince, non certo l’atleta£.
Famigliari
e amici cosa dicono del tuo sport? “Lo ritengono uno
degli sport più completi, anche se spesso molti lo trovano uno sport nel
complesso semplice. Ebbene questi non si rendono conto delle difficoltà di un
nuotatore!”
Cosa
hai scoperto di te stesso nel praticare sport?
“La cosa che uno scopre è il proprio limite. Personalmente ora so quanto in là
posso spingermi, quanto posso resistere, non solo dal punto di vista fisico ma
anche psicologico perché sono convinto che per fare cinque o sei chilometri di
nuoto non basti la prestanza fisica.”
Nel percorso di atleta si incontrano
gioie e dolori, a volte si fanno prestazioni eccellenti, a volte bisogna avere
a che fare con infortuni o sconfitti, in ogni caso a tutto c’è almeno un
rimedio, importante fidarsi di persone competenti e affidarsi a loro cure e
attenzioni, importante è anche avere amici e/o familiari per elaborare e
condividere sia soddisfazioni per ottime performance che prestazioni sportive
non riuscite.
Ritieni
utile lo psicologo dello sport? “Non ho mai avuto
un’esperienza con uno psicologo dello sport durante la mia esperienza
agonistica, ma credo che condividere anche in modo lucido e critico vittorie e
sconfitte con qualcuno possa essere un modo per proseguire il proprio percorso e
per superare delle difficoltà che non sempre si riescono a superare
individualmente.”
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare?
“Attualmente dal punto di vista sportivo non ho grandi obiettivi, anche perché
la preparazione scolastica richiede tempo e dedizione. I ritagli di tempo
libero, però, li impiego nella preparazione atletica andando a correre o
praticando palestra. Da poco mi sono iscritto a pallanuoto, sport che ritengo
essere molto interessante perché in grado di unire contemporaneamente
l’esperienza in acqua con l’esperienza di uno sport di squadra. Un altro sogno
nel cassetto è quello di tornare a nuotare seriamente, magari anche avendo la
possibilità di allenare perché sono attratto dalla voglia di trasmettere anche ciò
che ho imparato ad altri atleti. L’esperienza di un’attività agonistica sono
convinto sia indispensabile per ogni giovane per crescere consapevole delle
proprie capacità, in un ambiente indubbiamente salutare.”
La vita è una ruota, si apprende e poi si
è disposti a trasmettere ad altri gli insegnamenti ricevuti.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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