mercoledì 11 aprile 2018

Il mondo degli ultrarunner: ersone bizzarre, straordinarie e sorprendenti

Matteo SIMONE 

Sto continuando ad approfondire il mondo degli ultrarunner fatto di fatica e soddisfazioni, programmi, obiettivi, percorsi, viaggi interiori.

Sto continuando l'approfondimento sia in modo diretto, partecipando ad alcune gare, sia attraverso interviste, racconti e testimonianze da parte di atleti di queste discipline di sport di endurance e di ricerca personale.
Il fantastico mondo degli ultrarunner, persone che non si stressano ma partecipano e arrivano silenziosamente al traguardo incontrando tanta gente lungo i loro viaggi, i circuiti da ripetere tante volte; sempre in cerca di podi ma non solo, a volte basta anche una medaglia, un attestato, a volte meglio di tutto sono le parole di stima e rispetto che si portano a casa perché ognuno fa il suo, quello che può fare con le proprie possibilità e modalità, un mondo di persone bizzarre, straordinarie e sorprendenti sempre pronte a evidenziare il meglio degli altri senza giudizi, a consigliare, a suggerire.
Questo è lo sport che vogliamo, questo è il treno che tutti vorrebbero prendere, ognuno è capo treno di se stesso ma a volte meglio fidarsi e affidarsi a qualcun altro più esperto, più saggio, più pacato.
Incontrarsi, fidarsi e affidarsi, nel bizzarro, sorprendente e fantastico mondo degli ultrarunner. E' quello che sperimentano in tanti, un tuffo nel vuoto ma poi ti accorgi che sono in tanti a condividere fatica, preoccupazioni e timori, così come sono in tanti a porgerti una mano, un aiuto.
Chiamateli pure masochisti o incoscienti ma in realtà a spingere a fare sport di endurance come Ultramaratone faticando anche nelle salite è il benessere che si sperimenta, un benessere particolare che agisce sulla testa e si diffonde per tutto il corpo e rimane ancorato nella propria anima come un'arma da utilizzare nelle situazioni più difficili emotivamente.
In effetti è risaputo e sperimentato che lo sport rende felici, incrementa consapevolezza, sviluppa autoefficacia consolidando la fiducia in se stessi di poter far qualcosa, di riuscire in qualcosa, inoltre lo sport incrementa la resilienza, si affrontano e si superano meglio i problemi, le crisi, le difficoltà, si è più attenti e gentili. 
Interessante la testimonianza di Vincenzo Luciani: Cosa significa per te essere ultramaratoneta?Un motivo di orgoglio e di autostima; l’acquisizione di una mentalità da ultramaratoneta nel senso di capacità di autoregolazione delle proprie energie fisiche e di autocontrollo psichico sperimentato sulla lunga durata della prestazione sportiva; una capacità di saper “soffrire”, tener duro e saper resistere ad uno sforzo prolungato.”

Vincenzo è stato uno dei primi ultramaratoneti che ho conosciuto anni fa, quando ancora era temuta la maratona e le ultramaratone sembravano qualcosa di inavvicinabile. La sua società sportiva Atletica del Parco, di cui Vincenzo era presidente, era la prima squadra di ultramaratoneti che io conoscevo, atleti che mi parlavano del Passatore, del caldo, delle flebo, dei piatti alla 5^ partecipazione del passatore, dei cibi, della 50km di Romagna. Vincenzo ha portato con lui tanti atleti a sperimentarsi nelle lunghe distanze. 
Interessante anche la testimonianza di Roberto d’Uffizi: Cosa ti motiva ad essere ultramaratoneta? “Lo sforzo organico prolungato nel tempo e il dover in qualche modo farvi fronte anche per mezzo della mente, rappresentano un’ottima scuola di vita per affrontare positivamente e costruttivamente gli imprevisti che ci capitano davanti nella vita di tutti i giorni: le mie motivazioni sono quindi anche indipendenti dall’aspetto sportivo.”

Si parla di scuola di vita, di una modalità di apprendere dall’esperienza dello sport.

Matteo SIMONE 
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 
21163@tiscali.it +393804337230 

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