Le crisi sono “mentali” quando
gareggi in continuazione per 24/30 ore
Matteo SIMONE
Psicologo,
Psicoterapeuta
Il mondo dello sport è molto variegato e sorprendente.
Ci sono tante modalità di fare sport, dagli sport individuali a
quelli di squadra, ci sono sport al chiuso e all’aperto, sport con mezzi,
strumenti, attrezzature e sport con animali dove l’uomo collabora con l’animale
per raggiungere obiettivi insieme conoscendosi sempre di più, affiatandosi,
diventando team insieme.
Di seguito Rinaldo Marioli, Presidente
Associazione Italiana Mushers, racconta
le sue esperienze rispondendo ad alcune mie domande.
Qual
è stato il tuo percorso per diventare atleta?
“È stato un processo naturale dettato dalla passione per la montagna, i cani,
il vivere la natura, vivere fuori dai soliti schemi quotidiani e dettati dalla
nostra società.”
Chi
contribuisce alla tua performance? “I miei obbiettivi.”
La gara più difficile? “La gara più dura e
difficile nello stesso contesto è stata la prima gara di lunga distanza Polardistans 2015, 170 km Pulka 2 cani. Più
difficile in quanto era la prima esperienza in una situazione simile senza
avere riferimenti diretti sia su di me che sulla performance dei miei due cani quale capacità di lavoro, il loro
mantenimento dovuto al consumo energetico che tale gara richiede. Se il tuo
corpo lo conosci, se la tua mente la consoci, lo stesso non vale per i tuoi
cani. Tu devi pensare a loro, al loro benessere, sforzo, fatica, integrazione. La nostra diviene una squadra un team ma mai
uno sport collettivo.”
Nel 2015, Rinaldo si è classificato al 3° posto alla 'Polardistans 160 km Pulka style 1-4 dogs in 26h52', preceduto dagli Svedesi Karlberg Gösta 22h17' e Nisula Håkan 21h49'.
Quale
esperienza ti dà la convinzione di potercela fare?
“L’aver vissuto e voluto esperienze sempre come singolo atleta, forse
l’individualità, il riscoprire la capacità del nostro istinto ormai precluso
dalla quotidianità della società.”
C’è
un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva?
“Curioso sì, la prima Polardistans mi
costrinse per inesperienza alla sosta prolungata presso il ckpoint, sistemati i
miei cani, preparato il giaciglio di paglia, riposare nel sacco a pelo
abbracciato a loro che vigilavano sotto un cielo stellato a -25 è stato vivere
un momento di vita indimenticabile che va oltre al gara, la performance.”
Bella storia, esperienze uniche.
Lo
sport a volte permette di trovarsi in situazioni che da una parte possono essere
considerate estreme, estenuanti, dure e difficili, e dall’altra parte permette
di sperimentare momenti e situazioni uniche e ricche di emozioni forti
soprattutto quando si tratta di cavarsela in ambienti naturali avendo cura del
tuo team formato di animali da accudire e coccolare.
Nel 2013, Rinaldo si è classificato al 3° posto alla 'Polardistans 160 km Pulka style 1-4 dogs in 27h10', preceduto dai svedesi Kaar Daniel 26h07' e Karlberg Gösta Karlberg 24h51'.
Quali
sensazioni sperimenti nello sport: allenamenti, pre-gara, gara, post-gara?
“La sensazione prioritaria è la determinazione di voler riuscire in un progetto
in un sogno, visualizzarlo, pensarlo, prepararlo nei minimi dettagli sia
tecnici che di preparazione, sia per me ma soprattutto per i miei cani partner
inseparabile delle nostra preparazione, pensare a come allenarli, quanto
allenarli, quanto non sovraccaricarli di lavoro, rendere la loro preparazione
/lavoro un divertimento mantenere in loro il (desire to run) parte integrante del loro essere.”
Quali
sono difficoltà e rischi? “Le difficoltà sono dettate
dall’ambiente in cui si svolge la competizione, siamo a ½ Svezia in un
territorio di foreste e montagne completamente senza presenza alcuna, il primo ckpoint lo trovi a 96 km, le condizioni
meteo spesso non sono favorevoli, nevicate, basse temperature -20-25, la nebbia
che potrebbe precludere il corretto orientamento sul trail. Rischi, questi sono
dovuti alle incognite fisiche sia per me che per i miei cani, devi essere
preparato a “sopravvivere”, essere in grado di gestire qualsiasi problema
contando solo sulle tue capacità e forze, sicuramente puoi far riferimento ai
soccorsi, ma devi far conto con i tempi e le modalità di questi per le
distanze.”
Come
superi eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Le crisi sono
“mentali” quando gareggi in continuazione per 24/30 ore qualsiasi problema
diventa sconforto, solo la tua determinazione ti porta all’arrivo. Le sconfitte e gli infortuni fanno parte del
gioco, della nostra vita, diventano un punto di stop da dove pensare di
ripartire.”
Un messaggio per avvicinare i ragazzi allo sport?
“Un messaggio non è facile …. Lo sport, qualsiasi esso sia, deve essere dentro
di te, parte di te, parte del tuo DNA, lo sport individuale ti porta a crescere
ed ha essere più cosciente delle tue capacità.”
Un messaggio per sconsigliare l’uso del doping?
“Non serve a nulla e non a te stesso ingannare per vincere facile.”
Familiari
e amici cosa dicono del tuo sport? “Ho la loro stima per ciò
che faccio, e nello stesso momento sento il loro timore.”
Cosa
hai scoperto di te stesso nel praticare sport?
“La capacità di credere in un progetto e portarlo a termine, vivere lo stesso
come un momento di vita indissolubile.”
Ritieni
utile lo psicologo nello sport? “Anche se mai avuto
credo sì.”
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare?
“I prossimi obbiettivi ancora non sono tracciati, sicuramente saranno indirizzati
al nord, sempre su lunghe distanze, ormai è un mio live motive. Sogni realizzati l’alpinismo che ho praticato, la
passione per i mie cani che mi ha portato a vivere questo sport a 360 gradi, il
sogno da realizzare assistere con loro alla aurora boreale.”
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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