Correre una Maratona è da pazzi, ma
ti lascia un bagaglio di esperienza notevole
Matteo Simone
Concludere una maratona è il coronamento di un sogno per molti runner, è il raggiungimento di una meta a seguito di una pianificazione accurata di allenamenti e buone prassi per arrivare pronti e preparati il giorno della gara senza trascurare nessun dettaglio.
Dopo la maratona ci si sente soddisfatti e
con nuove consapevolezze di riuscita. Di seguito, Domenico Barbone racconta la
sua esperienza di atleta rispondendo ad alcune mie domande.
Ti
sei sentito campione nello sport? “Si, mi sono sentito
campione nello sport, a confronto di chi non ha mai voluto credere in sé
stesso. Per me chi si cimenta in una disciplina, a prescindere dal risultato,
se è determinato e raggiunge lo scopo finale è sempre un campione.”
Qual
è stato il tuo percorso per diventare atleta?
“Un percorso nato per seguire le orme di mio padre, ex maratoneta. Quando poi
ho scoperto il benessere che si prova nell’attività fisica non ne ho più fatto
a meno praticando anche più sport.”
Si può fare tutto ma è importante un
monitoraggio e attenzione costante al proprio corpo essendo sintonizzati sempre
sulle proprie motivazioni che diventano il motore per spingere corpo e mente
verso obiettivi, mete e direzioni sfidanti.
A volte le passioni si incontrano per
caso, a volte si apprendono dai genitori. Conosco Ettore, papà di Domenico, un
grande maratoneta incontrato in alcune gare.
Quali
fattori e persone che hanno contribuito al tuo benessere?
“Come anticipavo, è nato tutto da mio padre. Poi, dopo un lungo periodo di
stop, un carissimo amico fraterno mi ha riportato a praticare attività fisica
regolare e facendo seguito al detto che 'l’allievo deve superare il maestro'.
Con il passare degli anni ho nutrito forti conoscenze nell’ambito sportivo che
mi hanno portato a continuare giorno dopo giorno, soprattutto perché trovavo
benessere nel praticare attività fisica.”
Quale tua esperienza ti da la convinzione che ce la puoi fare?
“Decisamente il concludere una maratona. Affermo sempre che correre 10km è
fattibile da tutti, correre una mezza maratona è fattibile da una schiera di
appassionati. Ma correre una Maratona è da pazzi, ma ti lascia un bagaglio di
esperienza notevole, ricco di emozioni e gioie/dolori che solo chi riesce ad
arrivare al 40° km può capire.”
Cosa
pensano famigliari e amici della tua attività sportiva?
“Il loro incoraggiamento è l’arma segreta per andare avanti. Quando rientro da
una gara è bello sentire le parole di mia figlia quando mi chiede: 'Papi hai
vinto tu?' e la mia risposta è sempre uguale: 'Oltrepassare il traguardo è la
vittoria più bella, a prescindere se si arriva primi o ultimi, l’importante è
arrivare'".
Lo sport diventa il completamento di una
persona, qualcosa da sperimentare per conoscersi meglio, per mettersi alla
prova dal punto di vista sportivo che contempla non solo la prestazione fisica
ma anche saper gestire risorse mentali e nutrizionali. E’ importante per
l’atleta essere sereni e condividere con altri la propria passione.
Ti
va di descrivere un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva?
“Forse quello che non dimenticherò mai è lo sprint finale ai campionati
italiani sui 10km nel 2010. Ero con il mio carissimo amico, negli
ultimi 400mt circa abbiamo improvvisato uno sprint come due avversari che si
odiavano a morte. Correvamo all’estremo delle forze e dopo il traguardo, e
tanti sorpassi avvenuti con successo, ci siamo abbracciati ridendo, con il
cuore che impazziva un po’ per lo sforzo ma altrettanto per l’emozione provata.”
Lo sport permette di sperimentare
sensazioni ed emozioni uniche, ricche e intense, ci si ritrova a competere con
amici e avversari, si cerca di impegnarsi al massimo per emergere e per
sconfiggere se stessi e gli avversari, sempre nuove sfide, tante gare per
mettersi alla prova per provare paure, ansie ma anche gioie all’arrivo.
Cosa
hai scoperto del tuo carattere nel praticare attività fisica?
“Quando si pratica un’attività fisica molto intensa come la corsa sulle lunghe
distanze, al primo segnale di sofferenza la nostra mente ci consiglia subito di
gettare la spugna. Il mio carattere ha acquisito, sia nello sport ma
soprattutto nella vita quotidiana, la facoltà di stringere i denti di fronte a
qualsiasi situazione, sia lavorativa, familiare, ma anche nelle emozioni che
si provano quotidianamente.”
Lo sport diventa una grande palestra di
vita, un’opportunità di formarsi sulla strada e sui campi di atletica, andando
incontro a difficoltà, crisi e cercando di superare andando avanti nei propri
propositi sempre con nuove consapevolezze.
Quali
capacità, caratteristiche, qualità hai dimostrato di possedere?
“La mia capacità migliore è quella di essere molto costante e caparbio nelle
cose che faccio, una caratteristica notevole che mi ha caricato di meraviglie,
soprattutto quando sono a confronto con altre persone e questa ha migliorato la
mia qualità di vita su tutti i fronti.”
Quello che si apprende nello sport si
trasferisce poi nella vita quotidiana, famigliare e lavorativa, si aquisiscono
nuovi strumenti e strategie per
cavarsela nella vita ordinaria.
Che
significa per te praticare attività fisica? “Da anni
pratico attività fisica nelle prime ore del giorno, quando la città ancora
dorme. Questo mi porta a concedere alla mia mente ed al mio fisico il giusto
equilibrio per affrontare al meglio la giornata.”
Una buona pratica mattutina, che permette
di riflettere e organizzarsi per affrontare la giornata, mi è capitato di condividere
questi momenti con Domenico alcune volte a Manfredonia correndo sulle strade
del lungomare di Manfredonia e Siponto sempre frequentate da corridori e
camminatori.
Quali
sensazioni sperimenti facendo attività fisica?
“Nella corsa o negli altri sport, durante il loro svolgimento, si provano
sensazioni di libertà mentale e fisica, che trasmettono ad ogni parte del
nostro corpo beneficio e rilassamento allo stesso tempo.”
A cosa devi fare attenzione nella pratica del tuo sport? Quali
sono le difficoltà e i rischi? “Arrivare in vetta è sempre un’impresa ardua, tutti
alle prime difficoltà sono consapevoli che il gettare la spugna risulta la
strada più semplice. Purtroppo, ogni attività fisica è logorante per il nostro
corpo, ma questi rischi possono essere risolti con la giusta compensazione.”
Quali
condizioni, fisiche o ambientali, ti ostacolano nella pratica del tuo sport?
“Non ho avuto mai paura delle condizioni ambientali. L’attività fisica che
svolgo si può effettuare con qualsiasi situazione, tant’è che ho corso ben due
maratone con vento forte, pioggia e freddo. Purtroppo cosa contraria sono le
condizioni fisiche. Bisogna fare tanta attenzione perché gli infortuni sono
dietro l’angolo. Resto sempre del parere che chi pratica attività fisica deve
prima imparare ad ascoltare il proprio corpo.”
In Kenya ad Iten, la città dei campioni,
usano dire: “Listen your body”
(ascolta il tuo corpo); concordo, è essenziali ascoltarsi e comprendere proprie
capacità e possibilità, è importante riconoscere propri limiti e cercare di alzare
l’asticella gradualmente senza forzarla troppa per non spezzarsi ma per
modellarsi alle difficoltà e per cercare di sviluppare sempre più resilienza
per affrontare, gestire e superare le situazioni più difficili uscendone sempre
più rafforzati.
Cosa
ti fa continuare a fare attività fisica? “Ormai non riesco a
farne a meno. Senza, mi manca qualcosa di importante, una sorta di droga che
deve soddisfare il corpo. Nuove esperienze e obiettivi, anche a lungo termine
(mesi), mi portano ad organizzare ed entusiasmare l’attività fisica,
continuando ad intraprendere sfide con me stesso ma anche riuscire a concludere
l’obiettivo prefissato.”
Lo sport diventa una pratica che
permette di organizzarsi nel tempo e nello spazio decidendo obiettivi da
raggiungere e direzioni da prendere.
Un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi all’attività fisica?
“Ricordo quando ero ragazzino, l’unico sport che si praticava era il calcio.
Adesso osservo con gioia che molti ragazzi praticano tanti altri sport. Il mio
messaggio è quello di praticarlo con lo scopo di crescere meglio, educarsi a
vicenda con sportività e lealtà, il giusto equilibrio per affrontare la vita
nel miglior modo riuscendo ad arrivare più facilmente agli scopi della vita
stessa.”
Ritieni
utile lo psicologo dello sport? Per quali aspetti e in quali fasi?
“Come anticipavo, nello sport la mente è il fattore cardine del suo
svolgimento. Non tutti siamo predisposti alla sofferenza e nella maggior parte
dei casi, l’arrendersi è più semplice del provare a crederci. In questi casi un
aiuto sarebbe utile per rafforzare questi elementi, per caricarsi di autostima
e soprattutto della voglia di arrivare fino in fondo.”
Quali
sogni hai realizzato e quali sono da realizzare?
“Se dovessi elencare i sogni realizzati non avrei tempo disponibile ed
annoierei chi me lo ha chiesto. Tutte le volte che ho preso parte ad una gara,
manifestazione o corsa collettiva, per me è stato un sogno realizzato.
Purtroppo, penso sempre a chi non può praticare un’attività fisica libera, per
motivi fisici o di altra natura, e questo resta sempre il mio sogno nel
cassetto, rendere possibile, almeno una volta a chi non può concedersi questa
gioia, far provare oltre a far praticare attività fisica a chi mi sta vicino.”
Belle parole di una persona molto
sensibile che ha trovato la propria dimensione attraverso lo sport.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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