Se continuo ad allenarmi con
costanza e a crederci, posso migliorare ancora
Matteo SIMONE
Il 5 agosto 2018 si sono disputati i mondiali giovanili Under 23 di skyrunning sul Gran Sasso d'Italia (AQ) e Cecilia Basso (G.S. Orecchiella Garfagnana), ha vinto nella categoria u20 (a pari merito con la prima della categoria u23) nella prova Skyrace km 21,600 e 2.226 D+.
Di seguito
approfondiamo la conoscenza di Cecilia attraverso risposte ad alcune mie
domande.
Ti sei sentita campionessa
nello sport? “Non mi sono mai sentita
campionessa nello sport: sebbene abbia ottenuto risultati positivi, o li ho
ottenuti a livello giovanile o c’è sempre stato qualcuno che ha fatto meglio di
me, quindi fortunatamente c’è ancora molto da migliorare.”
Cecilia nonostante abbia vinto i mondiali giovanili non si sente affatto arrivata in termini di performance, sa che può fare meglio e vuole competere ad altissimi livelli confrontandosi con il meglio che c’è in circolazione al di là dell’età anagrafica e con la consapevolezza che può ancora migliorare grazie a chi la segue e soprattutto l’allenatore, la famiglia e gli amici di squadra.
Qual
è stato il tuo percorso per diventare atleta? “Ho giocato a basket dai 7 ai 18 anni, senza mai sentirmi un’atleta. Già
allora camminavo prima e correvo poi in montagna nel periodo estivo, ma senza
alcuna pretesa. Ho deciso di iniziare a correre seriamente, facendomi seguire
da un allenatore dopo che, nell’estate 2017, ho inaspettatamente vinto una
skyrace con tanto di record del percorso. Dunque mi alleno con costanza,
praticamente tutti i giorni, da novembre 2017, ma ho iniziato a considerarmi
seriamente un’atleta dopo il secondo posto assoluto ai campionati italiani di
corsa in montagna lunghe distanze, tenutisi a Paratico il 20 maggio 2018.”
Si può iniziare qualsiasi percorso e
prendere qualsiasi direzione ma prima o poi la persona si rende conto di quello
che piace di più, quello che lo entusiasma, che l’affascina e quando avviene
questa scoperta si inizia un cammino verso il benessere e la performance
sperimentando sempre più entusiasmo e voglia di fare bene soprattutto se si
accorge di avere talento e di essere disposto a spingere negli allenamenti, a
impegnarsi duramente e costantemente credendoci giorno dopo giorno.
Nello sport chi ha contribuito al tuo
benessere e/o performance? “Alla
mia performance nello sport hanno sicuramente contribuito il mio allenatore Sergio
Benzio, che con allenamenti mirati e tanta pazienza mi ha fatto crescere molto,
e la mia squadra (dirigenti e compagni), che non mi ha mai messo pressione
addosso, ma ha saputo darmi la giusta carica prima delle gare. Al mio benessere
hanno contribuito i miei genitori e di nuovo i miei compagni di squadra e i
dirigenti.”
L’atleta ha bisogno di persone che
sostengono, che ci credono, che siano pazienti, che non mettano fretta. La serenità
diventa un’arma vincente per l'atleta che ha bisogno di tempo per
apprendere, per fare esperienza, per comprendere proprie possibilità,
caratteristiche, capacità e per fare sempre meglio.
La vita è fatta di momenti, di
mattoncini, di esperienze; è importante costruire la propria personalità, la
propria fiducia, tenere a mente quello di buono che siamo riusciti a fare; il
positivo che c’è in noi ci aiuta, nei momenti bui e difficili, ad essere
pazienti e fiduciosi considerando che si può ritornare ad alti livelli come abbiamo
già dimostrato in precedenti occasioni.
Noi possiamo prendere in mano
le redini della nostra vita, possiamo fare quello che vogliamo, possiamo
allenarci duramente senza lasciarci condizionare dai giudizi altrui; ognuno vive
il proprio mondo ed è importante avere allenatori interni, parole e frasi nostre
che ci danno una mano, ci incoraggiano, ci stimolano.
Lo sport a volte diventa un
addestramento alla vita, fa comprendere che per ottenere qualcosa bisogna
impegnarsi ma i sacrifici poi vengono ripagati dal riuscire in quello che ci
siamo predisposto.
La gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni
più belle? “La 'Roc Skyrace', a
Ceresole Reale, nell’estate 2017. Questa è stata la mia prima skyrace, sono
partita con la speranza di finirla e sono arrivata prima col record del
percorso. Ho scoperto di essere la prima
donna a metà del percorso, e da lì è stato un mix di gioia e paura di venire
sorpassata, fino all’arrivo, dove ad aspettarmi c’erano i miei genitori e gli
amici, anche loro increduli e molto soddisfatti. Un’altra gara in cui ho
provato grandi emozioni è stata la skyrace dei mondiali giovanili, sul Gran
Sasso, a inizio agosto 2018. Dopo il 'Vertical', in cui ho avuto fitte all’addome
per metà gara, durante la skyrace non ho avuto alcun problema fisico e mi sono
divertita dall’inizio alla fine, godendomi ciò che più mi piace: correre e
faticare sui monti.”
Familiari e amici cosa dicono circa il tuo sport? “I miei familiari e amici mi supportano e seguono con interesse la mia
attività sportiva. Proprio grazie a un amico ho iniziato a correre in montagna.”
A volte lo sport permette di
sperimentare sensazioni ed emozioni uniche, intense, forti non solo positive ma
anche negative, importante è sviluppare sempre più autoconsapevolezza e
continuare andando avanti credendoci e avendo fiducia prima di tutto in se
stessi.
La tua gara più
difficile? “Il 'Vertical' dei Mondiali
giovanili sul Gran Sasso: per più di metà gara ho avuto fitte all’addome, e più
volte ho pensato di ritirarmi. Alla fine ho stretto i denti e sono riuscita a
concludere la gara, comunque al terzo posto, ma è stata davvero dura tenere di
testa. Alla fine ero soddisfatta di aver concluso la gara, è stata
un’esperienza molto utile, perché mentalmente non ho ceduto, ma c’era anche
molta amarezza, consapevole che se fossi stata bene avrei potuto fare di più
(non tanto come piazzamento, quanto a livello di prestazione).”
Lo sport permette di comprendere che si
può fare del proprio meglio e che si può andare sempre oltre; lo sport aiuta a
comprendere che bisogna starci con il fisico ma anche con la testa, che si può
affrontare, gestire, superare problemi e che si può accettare anche quello che
viene portando a casa comunque ricche esperienze di vita che fanno maturare.
C’è stato il rischio di incorrere nel
doping? Un messaggio per sconsigliarne l’uso? “Non sono mai stata tentata dal doping. Dalla
prima volta che sono stata sottoposta a un controllo antidoping ho però
iniziato a prestare attenzione a tutti i medicinali che devo eventualmente
prendere, come a creme e altro: si può risultare positivi a un controllo anche
se non si ha mai avuto l’intenzione di doparsi. A parte il fatto che il doping
può avere conseguenze negative sulla salute, come si può esultare per una
prestazione che si sa non essere farina del proprio sacco?”
Una tua esperienza che ti da la convinzione di potercela fare? “Il ricordo della 'vertical' dei mondiali potrà
essere un bel supporto in altre gare/allenamenti in cui non tutto filerà per il
verso giusto. I miglioramenti che ho ottenuto fin ora mi danno la
consapevolezza che se continuo ad allenarmi con costanza e a crederci, posso
migliorare ancora.”
Quali condizioni ti hanno indotto a fare una prestazione non ottimale? “Problemi con l’alimentazione: ho dovuto
“prendere le misure” per capire cosa mangiare prima di una gara e quanto prima
mangiare.”
Un episodio curioso o divertente della tua attività
sportiva? “Un paio di volte, mentre
facevo le ripetute al parco e tra me mi ripetevo “più forte” oppure “dai, non
mollare”, dei signori anziani mi hanno urlato dietro “vai piano!”, non
esattamente l’incitamento di cui avevo bisogno.”
Lo sport aiuta a conoscersi, a
comprendere le sensazioni e le emozioni che si sperimentano; aiuta a elaborare
situazioni, ad affrontare la vita quotidiana non solo sportiva ma anche relazionale,
familiare, lavorativa, scolastica considerando le varie fasi di attesa, azione,
insicurezza o certezza.
Quali sono le
difficoltà e i rischi? A cosa devi fare attenzione nel tuo sport? “Uno dei rischi, presente in tutti gli sport,
è quello di esagerare con gli allenamenti, di caricare troppo. Anche per questo
ho deciso di farmi seguire da un allenatore (e, non l’avessi fatto, non mi
sarebbe stato possibile migliorare come sto facendo). Correndo molto sui
sentieri bisogna prendere dimestichezza col fondo irregolare e dissestato, per
riuscire ad andare più forte in sicurezza. Sicuramente ci vogliono
determinazione e tanta passione: è necessaria costanza negli allenamenti, non
li puoi saltare, anche se fuori piove o è buio e fa freddo. Io voglio diventare
forte nella corsa in montagna, e per farlo il mio allenatore Sergio Benzio mi ha
spiegato che devo migliorare anche sul piano, e quindi ci si allena tanto e
forte anche sul piano, anche se è una cosa che non amo particolarmente
(soprattutto all’inizio, ora sto apprezzando anche la corsa “forte” in piano).”
E’ importante avere obiettivi chiari,
una forte passione, la voglia di imparare e migliorare, la capacità di
affidarsi a qualcuno esperto, il resto viene da sé, soprattutto se c’è talento,
la via verso la performance diventa più spianata.
Cosa ti fa continuare a fare sport? “Fare sport mi fa sentire bene, fisicamente e mentalmente; lo sport ha
sempre fatto parte della mia vita, ho sempre sentito il bisogno di muovermi.
Correre è un modo per divertirmi, sfogarmi, distrarmi… a seconda dell’umore e
della necessità della giornata. L’allenamento è diventata una routine
giornaliera piacevole: ogni giorno c’è un allenamento diverso, il che rende
impossibile annoiarsi, e allo stesso tempo sai che ogni giorno c’è un impegno
fisso.”
Ritieni utile la figura
dello psicologo dello sport? Per quali aspetti ed in quali fasi? “Penso possa essere utile: ho un dirigente
della squadra con cui parlo spesso prima delle gare e parlare mi aiuta a
sfogarmi; inoltre riesce sempre a trovare le parole giuste per motivarmi, senza
mettermi pressione. Penso quindi che lo psicologo dello sport possa essere
utile, sia prima che dopo una competizione sia nel periodo degli allenamenti,
soprattutto lontano dalla stagione di gare, per mantenere alta la motivazione.”
A volte lo sport diventa una fetta
importante nella vita di una persona, permette di sperimentare benessere,
divertimento, competenza, performance.
Come
hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Fortunatamente non ho ancora dovuto affrontare infortuni o crisi
importanti. Mi è però capitato di dover affrontare qualche piccola sconfitta,
in gare in cui pensavo sarei potuta andare meglio perché mi ero sopravvalutata.
Fortunatamente in questi casi mi sono sempre tirata su le maniche, perché
lavorando sodo potevo raggiungere il livello a cui già pensavo di essere e
anche andare oltre.”
Riesci a immaginare una vita senza sport? “No.
Una vita senza allenamenti mirati e quotidiani e senza competizioni sì, ma non
senza attività sportiva.”
Lo sport permette di conoscersi
approfonditamente attraverso allenamenti, gare e tanta fatica che diventa
amica, permette di considerare sempre un arrivo, una fine, una soddisfazione
quando tutto finisce.
Quali sensazioni sperimenti facendo sport (pre-gara, in gara, post-gara? “Nel pre-gara sono agitata e tesa; in alcune
gare, quelle in cui mi sento più a mio agio-skyraces e gare di corsa in
montagna di più di 20km-alla tensione si mescola la voglia di partire, di
andare a fare qualcosa che mi piace e mi diverte. Quest’ultimo aspetto è meno
presente nelle gare brevi o di sola salita, con le quali devo ancora
familiarizzare un po’. Durante la gara sono concentrata sulla gara, cerco o di
dosare bene le energie o di andare a tutta, a seconda della gara e del momento,
di tenere duro mentalmente nei momenti no o di godermi la corsa se sto bene e
mi sto divertendo. Oppure cerco di tirare fuori quel qualcosa in più nei
momenti in cui so che posso giocarmi qualcosa di importante. Nel post-gara sono
comunque contenta, perché la gara è finita e io l’ho terminata (finora non mi è
mai capitato di ritirarmi). Poi a seconda delle situazioni posso essere molto
soddisfatta se la gara è andata particolarmente bene, parzialmente soddisfatta
o sentire un po’ di amaro in bocca se so che potevo dare di più/fare meglio.”
Un
messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli allo sport? “Ci sono moltissimi sport, penso che ognuno
possa trovarne uno che lo appassioni. E quando fai qualcosa di cui sei
appassionato ti diverti e la fatica e gli eventuali sacrifici fatti passano in
secondo piano. Lo sport è giusto: raccogli quello che hai seminato; con lo
sport impari a conoscerti davvero: scopri quali sono le tue potenzialità, i
tuoi limiti, mentali e fisici, e allo stesso tempo hai la possibilità di
provare ad alzare l’asticella, a portare questi limiti un po’ più in là. Lo
sport inoltre ti insegna a rispettare te, in toto, sia corpo che mente, e gli
altri.”
A volte diventa importante focalizzarsi
nel momento presente e accettare quello che c’è ora senza pensare che sia per
sempre, senza pretese, con la consapevolezza che tutto non è permanente, tutto
passa, tutto cambia, quindi è importante applicarsi cercando di fare del
proprio meglio e accettando quello che viene.
Cosa hai scoperto di te stessa nel praticare attività fisica? “Ho scoperto di essere molto puntigliosa nel
seguire gli allenamenti, e molto ambiziosa: prendo come riferimenti le atlete
più forti nelle varie specialità e mi prefiggo di avvicinarmi al loro livello.
Non sono quindi mai pienamente soddisfatta. Ho scoperto di essere determinata e
di riuscirmi a organizzare tra i vari impegni, se è per qualcosa che mi
interessa. Ho scoperto che il mio corpo e la mia mente hanno bisogno di
attività fisica. Mi sono resa conto che gli obiettivi che sognavo di
raggiungere e che credevo mi avrebbero fatto sentire 'una campionessa', una volta raggiunti
non mi danno quella sensazione di pienezza che credevo, ma passano rapidamente
in secondo piano, sostituiti da altri; non riesco a godermeli appieno.”
Nella mente degli atleti, soprattutto se
sono giovani come Cecilia, ci sono tante gare, tante sfide, tanti avversari.
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare? “L’obiettivo è quello di migliorare in toto, soprattutto sulla corsa in
salita e sui ritmi da tenere in pianura. Spero di diventare più competitiva sulle
gare di corsa in montagna “distanza classica”, per me ora troppo veloci, e di
migliorare ulteriormente sulle distanze un po’ più lunghe, su cui mi sento più
a mio agio. Ho realizzato il sogno di vincere i Mondiali Giovanili di Skyrunning; arrivare seconda assoluta al Campionato Italiano di Corsa in Montagna Lunghe Distanze e vestire la maglia azzurra ai Mondiali Assoluti di Corsa in Montagna Lunghe Distanze; sono stati più che sogni realizzati. A inizio
stagione non osavo nemmeno sperare certi risultati. Per quanto riguarda i sogni
da realizzare direi: migliorare più che posso, avvicinarmi pian piano alle
ragazze forti della corsa in montagna per potermela giocare con loro.”
Un’intervista a Cecilia è riportata nel
mio libro “Correre con la mente. Perché correre? Come iniziare? Superare le
avversità, raggiungere obiettivi, realizzare sogni”. Progetto Cultura, 2022
Psicologo,
Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
Nessun commento:
Posta un commento