Matteo Simone
L'amica salita più si fa sentire e più è utile per diventare sempre più resilienti e apprezzare il ciclo della vita: fatica e riposo, tensione e rilassamento, sofferenza e felicità.
Più è ripida la
salita e più si è soddisfatti quando si arriva in cima. Se si vuole, se ci si crede, tutto
passa, tutto cambia; passa la fatica, passa la salita; quello che rimane è la
consapevolezza della forza interiore acquisita che aiuterà non solo nello sport
ma anche nella vita quotidiana, lavorativa, familiare, relazionale, individuale. La fatica davvero diventa amica dell'atleta, più è grande la fatica e più si è
riconoscenti quando è finita.
Lo sport diventa allenamento alla vita,
alle intemperie interiori. E tutto ciò se si affronta insieme è molto meglio,
più fattibile, più affrontabile. E’ importante aiutare ad aiutarsi, fidarsi e
affidarsi per diventare autonomi e più forti dentro. Insieme è molto meglio
nella condivisione dell'esperienza di fatica e poi anche di gioia, entusiasmo,
soddisfazione.
Lo sport permette di sperimentarsi, mettersi in
gioco, uscire fuori dalla zona di confort per apprendere sempre
dall’esperienza, per conoscersi meglio, ascoltare se stessi durante la fatica, attraverso
il respiro e le sensazioni corporee, sempre pronti ad emozionarsi.
Dietro lo sport c’è un mondo fatto di
tanta fatica e impegno con passione e determinazione, tanti pensieri e dubbi,
tante sfide e sogni da realizzare, tante prove in allenamento e gara, tante
persone dietro gli atleti; chi rema a favore e chi contro, ma anche tante gioie
e soddisfazione oltre a tanti aspetti da curare quali forza fisica e mentale,
resistenza, fiducia in sé, clima di squadra, coordinazione, si porta a casa
sempre tanti insegnamenti, esperienze che fanno crescere e maturare.
Rispetto alle salite e alla fatica
affrontata insieme riporto l’esperienza di una coppia di amici Vito
Rubino e Palas Policroniades che hanno partecipato al Tour
Divide che è la gara di mountain bike più lunga al mondo, 4500 km
non-stop e in autosufficienza sulle Montagne Rocciose.
La gara va dal Canada al
Messico e accumula 60,000 metri di dislivello. I concorrenti sono responsabili
di portare tutto l’occorrente tra cui cibo, acqua, e attrezzatura da campeggio.
Non è possibile avere nessun aiuto esterno preorganizzato. Vito
e Palas ce
l’hanno fatta, in 30 giorni e 16 ore, usando una mountain bike in versione
tandem:
Quale è un’immagine della fatica durante
l’impresa? “Affrontare le salite
più difficili della gara nelle condizioni fisiche peggiori. Dopo aver preso la
giardia, io ero così debole che riuscivo a malapena a camminare. Pedalare su
quelle salite sotto il sole cocente del New Mexico sarebbe stato già difficile
normalmente. Noi ci siamo fatti forza l’uno con l’altro e abbiamo spinto fino a
raggiungere il punto più alto alle 2 di notte, sperando che le cose sarebbero
migliorate il giorno dopo. Invece sono peggiorate. Era come attraversare un
inferno. Allora abbiamo pensato a quella frase di Winston Churchill: ‘Se stai
attraversando l’inferno, vai avanti e non ti fermare’.”
Per ottenere qualcosa bisogna faticare,
impegnarsi un po’ soffrire, incontrare discese e salite e arrivare a
conclusione sperimentando soddisfazione e gioia oltre che dolore e sofferenza,
questa sembra essere l’esperienza di molti atleti soprattutto degli ultrarunner o comunque atleti di
endurance che fanno sport per un tempo prolungato a volte anche per giorni
interi.
Nella mente degli ultramaratoneti ci sono sempre sfide e chilometri da
percorrere in allenamento e in gara. Ne è consapevole anche l’ultrarunner
Paola Grilli che lo piega rispondendo ad alcune mie domande.
Qual è stata la gara della tua vita? La gara più difficile? “La gara più difficile della mia vita l’ho
conclusa per la terza volta domenica 20 maggio 2018, per la terza volta ho
chiuso la 9 colli running km 202.”
Cosa
hai scoperto di te stessa nel praticare sport? “Che ogni fatica ti porta ad una gioia immensa ed a una sensibilità
maggiore.”
C’è sempre più consapevolezza che l’esercizio fisico
è una sorta di medicinale senza effetti collaterali per il raggiungimento di
uno stato di benessere psicofisico, emotivo e relazionale. E’ importante lavorare su
obiettivi, superare errori e sconfitte, si impara da tutto ciò che succede e si
può fare meglio in futuro come individui e come squadra conoscendosi meglio. Lo sport rende felici nonostante la
fatica, nonostante le salite, nonostante le avverse condizioni climatiche.
Per
ottenere qualcosa bisogna crederci; fidarsi e affidarsi; essere consapevoli
delle proprie capacità e limiti; impegnarsi duramente; essere determinati;
mettere in conto infortuni, avversari più forti, sconfitte e momenti bui;
rialzarsi sempre e ripartire con pazienza, senza fretta, con modestia e umiltà,
rispettando gli altri e apprezzando sempre l'esperienza che dà frutti
importanti da portare n a casa con serenità.
Matteo SIMONE
380-4337230 - 21163@tiscali.it
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