giovedì 30 agosto 2018

Genova, la Superba saprà rialzarsi con fierezza



Non si è mai pronti a cambiamenti di vita disastrosi, drastici. Si ha bisogno di qualcuno che si prende cura, che si preoccupa, che sostiene e supporta, che sostituisce la fragilità del momento, l’incapacità di provvedere a se stessi. il trauma lascia sempre sconforto, ferite aperte, destabilizza. Si rimane impotenti e sorpresi davanti all'inimmaginabile che crea danni, lutti, dolore, perdite enormi.
Interessanti le parole dell’imam Mohamed Nour Dachan durante i funerali di stato delle vittime di ponte Morandi, “Genova, la Superba saprà rialzarsi con fierezza, la nostra Genova, la Zena, che in arabo significa la bella, che è nei nostri cuori”.

Dopo i primi momenti comunque bisogna avere la prontezza, l’istinto, il coraggio di mettere in salvo se stessi e i propri cari, un po’ alla volta bisogna comprendere quello che è successo, quello che ci sta accadendo, quello che non siamo pronti ad affrontare, gestire, superare e organizzarsi.

In questi momenti si cerca di far rete con gli altri, ognuno diventa una risorsa per l’altro in base alle proprie competenze, esperienze, professionalità.
L’aiuto psicologico aiuta a riorganizzarsi, a trovare nuove risorse interne personali, familiari, amicali, di rete locale. L’aiuto psicologico ha come obiettivo di sviluppare la fiducia in se stessi e negli altri, di aiutare ad accettare gradualmente l’accaduto e il cambiamento che ne è derivato, a trovare nuove direzioni, a rimodulare obiettivi
Interessanti le parole del Cardinale e Arcivescovo di Genova Angelo Bagnasco durante i funerali: “Genova però non si arrende: l’anima del suo popolo in questi giorni è attraversata da mille pensieri e sentimenti, ma continuerà a lottare. Come altre volte, noi genovesi sapremo trarre dal nostro cuore il meglio, sapremo spremere quanto di buono e generoso vive in noi e che spesso resta riservato, quasi nascosto. La rete organizzativa e la tempestività a tutti i livelli - istituzionale, di categoria e associazioni –, la professionalità di tutti, la disponibilità generosa di molti, la forza dei feriti, la preghiera e la solidarietà che subito si sono levate da ogni parte della Diocesi, rendono visibile l’anima collettiva della nostra Città. Ci auguriamo che i numerosi sfollati non solo trovino temporanea ospitalità, ma che possano ritrovare presto il necessario calore della casa. E’ l’ora della grande vicinanza. Siamo certi che nel cuore di ognuno stia crescendo per Genova un amore ancora più grande, convinto che essa lo merita, che non può essere dimenticata da nessuno, e che la sua vocazione è scritta nella sua storia di laboriosità e di tenacia, oltre che nella sua posizione di porta fra il mare e il continente.

L’impatto di un evento stressante sui bambini e gli adulti comporta tante sensazioni, provare forti emozioni, pensieri, comportamenti quali cercare di rimuovere dalla memoria l’accaduto, cercare di non parlare e di non rivivere quello che è successo, evitare ciò che ricorda l’accaduto.
Si ha bisogno di qualcuno che si prende cura, che si preoccupa, che sostiene e supporta, che sostituisce la fragilità del momento, l’incapacità di provvedere a se stessi.
Si è in tanti ad intervenire, ognuno diventa una risorsa se ben organizzata, se ben strutturata, se ben organizzata. Si creano relazioni, nuovi ponti, resti di collaborazioni per aiutare ad aiutarsi quelli che hanno bisogno in questo momento a causa di qualcosa molto grande e terribile.
Tante sono le associazioni che intervengono per dare un po’ di sollievo, un piccolo aiuto materiali, morale, psicologico. L’aiuto psicologico è importante a seguito di episodi critici, disturbanti, traumatici; la persona ha bisogno di essere messa al sicuro, di essere tutelata, di capire, di rinforzare le proprie capacità di affrontare la situazione.
Tanti gli psicologi che hanno operato, appartenenti alle diverse associazioni, ognuno con l’obiettivo di fare qualcosa per l’altro, di occuparsi del dolore e della sofferenza dell’altro, di essere presente, visibile, pronto a intervenire spontaneamente o su richiesta.
Il trauma lascia sempre sconforto, ferite aperte, destabilizza. Non si è mai pronti a cambiamenti di vita disastrosi, drastici. Quanto meno te lo aspetti succede l’imprevisto, l’inaspettato e non si è pronti per subire, per stare con il dolore, la sofferenza, la rabbia, la frustrazione, la vergogna, l’incredulità.
L’aiuto psicologico aiuta a sostenere, a supportare, a distrarre, a indirizzare, a trovare modalità utili con strumenti efficaci per elaborare l’accaduto, per normalizzare in un primo momento i sintomi e poi per aiutare la persona a sviluppare la consapevolezza di ciò che percepisce nel momento presente, di quello che è successo; per non rimuovere, per non congelare, per non dimenticare ma per sistemare in modo sicuro nella propria esistenza come un’esperienza terribile ma che gradualmente si può attraversare e superare un passo alla volta insieme.
L’aiuto psicologico ha l’obiettivo di sviluppare la resilienza nelle persone, aiutare a ricostruire fiducia e relazioni, ricostruire se stessi, la propria attività. L’aiuto psicologico ha l’obiettivo di ritornare gradualmente alla quotidianità, di riprendere le cose lasciate in sospeso, di prendersi cura di sé, di trovare modalità per coccolare e coccolarsi.

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