sabato 11 agosto 2018

La fatica esiste ma si riesce ad addomesticarla, diventa amica dell'atleta


La fatica esiste ma si riesce ad addomesticarla, ci si prepara ad andare oltre, a fare allenamenti sempre più sostenuti nelle diverse condizioni estreme. 

Il fisico e la mente si adattano un po’ per volta e tutto diventa gestibile e fattibile. La mente può aiutare molto attraverso un lavoro di immaginazione nel visualizzare il momento della gara, il percorso, la fatica che si farà,  quello che potrebbe accadere. La preparazione è basata anche su questa immaginazione, l’atleta sa quali sono le parti più difficili da allenare.
La fatica davvero diventa amica dell'atleta, più è grande la fatica e più ne sarai riconoscente quando è finita, più è ripida la salita e più sarai soddisfatto quando sei in cima. Se vuoi, se ci credi, tutto passa, tutto cambia, passa la fatica, passa la salita, quello che rimane è la consapevolezza della forza interiore acquisita che aiuterà non solo nello sport ma anche nella vita quotidiana, lavorativa, familiare, relazionale, individuale. Lo sport diventa allenamento alla vita, alle intemperie interiori.
Insieme è molto meglio nella condivisione dell'esperienza di fatica e poi anche di gioia, entusiasmo, soddisfazione. Lo sport davvero avvicina persone, culture, mondi e rende felici e resilienti sintonizzandosi sull'obiettivo da portare avanti seguendo mete e direzioni ed essendo sempre pronti a rimodulare tutto cavalcando l'onda del cambiamento e utilizzando risorse residue, che diventano a volte sorprendenti e rinnovabili. Questo è il vantaggio dello sport.
Davide Bassi, istruttore di primo livello di trail running (Federazione Fisky), illustra il valore della fatica nella risposta a una mia domanda: Quale può essere un messaggio per avvicinare i ragazzi allo sport?Ci penso spesso. Il mio amore era innato. Però a me in qualche modo “ha salvato la vita”. Mi insegna ogni giorno il valore della fatica. LA FATICA: è un bellissimo valore. Purtroppo i giovani di oggi sono estremi: o sono invasati e fighetti. O sono disinteressati. Bisogna partire con dei programmi formativi nelle scuole e coinvolgere anche i genitori.”

Dietro lo sport c’è un mondo fatto di tanta fatica e impegno con passione e determinazione, tanti pensieri e dubbi, tante sfide e sogni da realizzare, tante prove in allenamento e gara, tante persone dietro gli atleti; chi rema a favore e chi contro, ma anche tante gioie e soddisfazione oltre a tanti aspetti da curare quali forza fisica e mentale, resistenza, fiducia in sé, clima di squadra, coordinazione, si porta a casa sempre tanti insegnamenti, esperienze che fanno crescere e maturare.
Per ottenere qualcosa bisogna faticare, impegnarsi un po’ soffrire, incontrare discese e salite e arrivare a conclusione sperimentando soddisfazione e gioia oltre che dolore e sofferenza, questa sembra essere l’esperienza di molti atleti soprattutto degli ultrarunner o comunque atleti di endurance che fanno sport per un tempo prolungato a volte anche per giorni interi. Nella mente degli ultramaratoneti ci sono sempre sfide e chilometri da percorrere in allenamento e in gara.
Ne è consapevole anche l’ultrarunner Paola Grilli che lo piega rispondendo a una mia domanda: Qual è stata la gara della tua vita? La gara più difficile?La gara più difficile della mia vita l’ho conclusa per la terza volta domenica 20 maggio 2018, per la terza volta ho chiuso la 9 colli running km 202.” Cosa hai scoperto di te stessa nel praticare sport?Che ogni fatica ti porta ad una gioia immensa ed a una sensibilità maggiore.

Lo sport permette di sperimentarsi, mettersi in gioco, uscire fuori dalla zona di confort per apprendere sempre dall’esperienza, per conoscersi meglio, ascoltare se stessi durante la fatica, attraverso il respiro e le sensazioni corporee, sempre pronti ad emozionarsi.
Lo sport regala emozioni uniche che ripaga la fatica condivisa dove si sperimenta un mondo partecipando a manifestazioni ed eventi, attraverso lo sport si conoscono nuove persone, avvengono incontri e confronti, insieme si può arrivare ovunque, lo sport abbatte muri e barriere anche generazionali, lo sport ti rimette al mondo facendoti faticare con i più giovani, nello sport si può notare e apprezzare la ciclicità della vita: partenze e arrivi, fatica e poi recupero e riposo per alleviare stanchezza e fatica, per renderci più leggeri.
C’è sempre più consapevolezza che l’esercizio fisico è una sorta di medicinale senza effetti collaterali per il raggiungimento di uno stato di benessere psicofisico, emotivo e relazionale.
E’ importante lavorare su obiettivi, superare errori e sconfitte, si impara da tutto ciò che succede e si può fare meglio in futuro come individui e come squadra conoscendosi meglio.
Si impara sempre dall'esperienza, importante è uscire dalla zona di comfort, si può scegliere di restare seduti dietro le quinte, comodi, ma solo mettendosi in gioco e facendo esperienza ci possono essere i presupposti per far meglio e conoscersi meglio.
Lo sport rende felici nonostante la fatica, nonostante le salite, nonostante le avverse condizioni climatiche. Per ottenere qualcosa bisogna crederci; fidarsi e affidarsi; essere consapevole delle proprie capacità e limiti; impegnarsi duramente; essere determinato; mettere in conto infortuni, avversari più forti, sconfitte e momenti bui; rialzarsi sempre e ripartire con pazienza, senza fretta, con modestia e umiltà, rispettando gli altri e apprezzando sempre l'esperienza che da frutti importanti da portare a casa con serenità.
Questo è lo sport che vogliamo, si può fare tutto con cautela e attenzione, fidandosi e affidandosi, iniziando a piccoli passi lenti con minimi obiettivi e poi ognuno prende la sua strada più o meno lunga, più o meno difficile.

Per l’ultrarunner Angela Gargano, la fatica non esiste: Quali meccanismi psicologici ti aiutano nello sport?La fatica non esiste. E’ un fatto psicologico. Basta non pensarci, e svanisce. In gara, può essere tanta, ma appena da lontano intravedo lo striscione d’arrivo mi sento fresca come una rosa, e felice taglio il traguardo.”

A volte la fatica rende felici, è quello che sperimentano molti atleti di sport di endurance come gli ultramaratoneti e i triatleti ironman, l’ho sperimentato anch’io soprattutto nella gara più bella della mia vita l’Iron elbaman. Interessante quello che scriver Murakami nel suo libro L’arte di correre: “Naturalmente è stata dura, a un certo punto stavo quasi per perdermi d’animo. Ma in questo sport la fatica è data per scontata. Se non fosse parte integrante del triathlon o della maratona, chi mai si darebbe la pena di mettersi alla prova in discipline che succhiano le nostre energie e il nostro tempo? Proprio nello sforzo enorme e coraggioso di vincere la fatica riusciamo a provare, almeno per un instante, la sensazione autentica di vivere.”

Nella vita si fanno delle scelte, molti preferiscono poltrire o restare in una zona di estremo confort, altri per sentirsi vivi devono sentire il proprio corpo, le proprie sensazioni corporee, il cuore che palpita, il respiro affannoso, il sudore colare da proprio corpo, il senso di fame, sete, freddo, caldo.


Psicologo, Psicoterapeuta
380-4337230 - 21163@tiscali.it
http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html

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