Sogno di fare bene in gare di livello e
internazionali, il mondiale sarà già un'occasione ghiotta
Matteo
Simone
In vista dei Campionati Mondiali di Skyrunning dal 13 al 15 settembre a Kinlochleven in Scozia, la FISKY, Federazione Italiana di Skyrunning, con un comunicato datato 27/07/2018 firmato dal Presidente Dott. Giulio Sergio Roi, ha convocato nella Squadra Nazionale i seguenti atleti:
Vertical
K,
13 settembre, 5 km, + 1.000 m: Oberbacher Alex;
Skyrace,
15
settembre, 29 km, + 2.500 m: Rota
Daniela, Cappelletti Daniele, Nani Eddj;
Ultra,
14 settembre: 52 km, + 3.820 metri, tempo limite 16 ore: Canepa Francesca, Follador Cristiana, Fori
Katia, Bonati Enrico, Carrara Luca, Montani Riccardo.
Ringrazio Enrico Bonati per aver diffuso
tale comunicato sui social permettendomi di venire a conoscenza del Campionato
Mondiale e degli atleti convocati in considerazione che mi diletto ad approfondire
il mondo dello sport (soprattutto corsa, trail, ultramaratone) sia con la
pratica diretta sia intervistando atleti e poi scrivendo articoli e libri per
diffondere prassi, teorie, esperienze utili.
Di seguito approfondiamo la conoscenza
di Riccardo Montani attraverso
risposte ad alcune mie domande.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Campione è una parola grossa, mi sono accorto di aver fatto delle grandi cose quando in occasione di alcune gare sono riuscito a battere avversari che stimo per i loro validi risultati passati. Forse la gara che in questo mi ha dato più soddisfazione è stata il sentiero 4 luglio di quest'anno.”
Lo
sport risulta essere un ingrediente importante e fondamentale nella vita di una
persona, è importante praticare una disciplina sportiva individuale o di squadra
e se poi ci si accorge di essere un talento è importante fare riferimento a
persone più esperte e la strada verso la performance diventa molto più
percorribile.
Qual è stato il tuo
percorso per diventare un Atleta? “Ho
praticato sport fin da piccolo, ho fatto 7 anni a giocare a basket, 1 anno mtb,
5 anni calcio. Con l'università ho mollato il calcio per gestirmi la corsa più
liberamente (nello specifico mio zio mi ha indirizzato verso il trail running e
lo skyrunning).”
Se
ci si accorge di essere portati in uno sport, allora se c’è davvero passione e
motivazione si possono fare grandi cose anche con l’ausilio di altri che
aiutano, sostengono, supportano, consigliano.
Chi ha contribuito al tuo benessere nello sport o alla tua performance? “Ho ricevuto consigli importanti rispetto
agli allenamenti da parte di un amico, Riccardo Borgialli, che corre e vince
gare come quelle che corro io, anche per quanto riguarda la nutrizione ho avuto
delle dritte da un amico nutrizionista che lavora dove lavoro io.”
Qual è stata la gara della tua vita, dove
hai sperimentato le emozioni più belle? “E’ probabilmente stata l'ultima vittoria al Bettelmatt trail da 52km,
dove oltre a stare bene durante la gara ho trovato molti parenti e amici
all'arrivo che mi hanno accolto davvero calorosamente.”
La vita mette sempre davanti a scelte e
bivi, ci sono tanti orti diversi da curare, l’orto individuale, familiare,
lavorativo, allora diventa importante fare le scelte giuste e prendere le
direzioni che nel momento presente sembrano le migliori e più appropriate in
sintonia con il nostro modo di essere e con le risorse che abbiamo a
disposizione nel momento presente con la consapevolezza di essere sempre pronti
a rimodulare i nostri obiettivi cavalcando l’onda del cambiamento.
Hai dovuto scegliere nella tua vita di
lasciare uno sport a causa di una carriera scolastica o lavorativa? “Non sono mai stato costretto ad un abbandono
forzato ma devo dire che gli impegni universitari e negli ultimi anni
lavorativi mi hanno rubato molto tempo agli allenamenti, in alcuni periodi sono
stato quindi per niente allenato e incapace di competere come avrei voluto.”
Cosa pensano i tuoi famigliari ed amici
della tua attività? “I miei parenti
hanno grande stima per la mia passione e per l'impegno che ci metto, anche la
maggior parte dei miei amici, ma molti di loro al tempo stesso scherzando
(forse nemmeno troppo) dicono "Ma chi te lo fa fare?!"
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa
continuare a fare sport? “Mi hanno
fatto mollare un po' gli impegni di lavoro e studio. Mi danno l'energia per
continuare tutti coloro che credono in me e che mi supportano, parenti, amici,
colleghi, sponsor; sono davvero di grande aiuto.”
Per eccellere e per sperimentare allo
stesso tempo benessere sono tanti gli ingredienti da considerare a partire da
un sano stile di vita che non contempla né eccessi né troppe restrizioni,, uno
stile di vita basato su interesse, impegno, motivazione, determinazione, fiducia
in sé, resilienza.
Quali sono i fattori
che hanno contribuito al tuo benessere o alla tua performance? “Una vita regolare, costituita da adeguate
ore di sonno, un'alimentazione corretta, costanza e programmazione ragionata
degli allenamenti.”
Quale alimentazione
segui prima, durante e dopo una gara? Usi farmaci, integratori? Per quale
motivo? “Prima della gara introduco
molti carboidrati e qualche proteina (pasta o riso, un frutto, pollo o anche
proteine in polvere), durante integratori con carboidrati e maltodestrine in
gel, dopo integratore per il recupero e un buon pasto completo. Quindi si uso
integratori soprattutto nel durante perché mi forniscono l'energia che
necessito in modo rapido. Farmaci no.”
Ti
va di descrivere un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva?
“Durante una gara ad Ornavasso si passava
per vari alpeggi ed alcuni anziani tifosi che li popolavano avevano allestito
dei piccoli ristori improvvisati. Ebbene, al traguardo ognuno di noi si era
bevuto un bicchiere di vino bianco grazie a loro.”
Lo sport è anche una buona modalità per
approfondire la conoscenza di se stessi, di comprendere se stessi nelle
difficoltà, lo sport incrementa l’autoconsapevolezza delle proprie qualità,
capacità ma anche limiti.
Cosa hai
scoperto del tuo carattere praticando sport? “Già da quando giocavo a calcio ed ora correndo per le montagne mi sono
accorto di avere una grande tenacia, qualità che a volte mi porta però ad
essere un po' troppo testardo nella vita quotidiana.”
Quali sono le capacità, risorse, caratteristiche, qualità che hai
dimostrato di possedere? “Per quanto
riguarda le mie capacità fisiche riconosco di avere un asso nella manica quando
affronto tratti in discesa e o molto tecnici, quindi di difficile percorrenza.
Allo stesso tempo devo ancora migliorare molto la salita, soprattutto nei casi
di gare brevi come il kilometro verticale. Dal punto di vista comportamentale,
mi ritrovo spesso ad essere un "cagnaccio" nel senso che non mollo
fino alla fine, e spesso difatti attuo dei bei recuperi in gara.”
Hai sperimentato l’esperienza del limite
nelle tue gare? “Credo di esserci
andato veramente vicino al termine di alcuni chilometri verticali.”
La gara è gara, quando si tratta di
mettere il pettorale per partecipare alla gare si cerca di fare del proprio
meglio, si cerca di essere competitivi al massimo per testarsi, per vedere
quanto è stato redditizio l’allenamento e la preparazione, per vedere a che
punto siamo lungo un percorso importante verso mete e obiettivi sfidanti con un
duro lavoro e un impegno costante senza scorciatoie e senza prendere in giro se
stessi e gli altri.
Che significa per te
partecipare ad una gara sportiva? “Significa
certamente cercare di "dare tutto", perché sono competitivo e
orgoglioso, e solo così, riconoscendo che non avrei potuto fare di meglio,
potrò essere in pace con me stesso anche quando la classifica non sarà clemente.”
C’è stato il rischio di incorrere nel
doping? “No non c'è stato.”
Qual è un messaggio che vorresti dare per
sconsigliarne l’uso? “Non cadete nel
doping, oltre ai rischi per la salute, io non sarei in pace con me stesso,
sarebbe come aver barato.”
Ritieni
utile la figura dello psicologo nello sport? “La ritengo utile perché credo che possa essere di grande aiuto dal
punto di vista motivazionale, è difficile a volte tenerla alta quando ci sono
altri stress e fatiche nella vita quotidiana. La fatica più pericolosa che si
riscontra in allenamento è forse proprio quella mentale. Dico questo nonostante
sin ora non abbia ancora avuto l'occasione per confrontarmi con uno psicologo
ma penso che due chiacchiere con una figura così possano a volte aiutare.”
A volte lo sport diventa un grande
investimento in termini di benessere e fa sperimentare sensazioni ed emozioni
soprattutto se praticato all’aria aperta a contatto con natura e paesaggi
incontaminati, inoltre c’è il grande vantaggio del senso di libertà che si
percepisce e l’aggregazione con altri atleti in allenamenti e raduni per
conoscersi meglio, condividere e confrontarsi.
Quali sensazioni sperimenti facendo sport: allenamento, raduni,
pre-gara, gara, post-gara? “Ogni volta
che esco a correre cerco di essere appagato dalla natura che mi circonda, è per
questo che preferisco il Trail all'asfalto, ma anche dalla sensazione di
libertà che spesso mi viene data dalla corsa di per sé. Inoltre in allenamento
do ascolto a come reagisce il mio corpo agli sforzi a cui lo sto sottoponendo
per avere un'idea del mio stato di forma. Nel pre-gara, soprattutto sulla soglia
di partenza, inutile dire, che l'adrenalina è a mille, ragion per cui mi
ritrovo ad andare di corpo fino a tre volte prima di partire. Durante sono
concentrato sul come sto gestendo le mie risorse rispetto al percorso e agli
avversari, e su come reagisce il mio fisico. Nel post sono praticamente sempre
felice di aver finito, di avere compiuto attività fisica che mi fa bene, di
aver visto posti nuovi. Lo sono ancor di
più (o di meno) in rapporto a come è andata la gara. Nei raduni è piacevole il
fatto di essere tutti uniti dalla passione comune per la corsa e la montagna,
mi piace inoltre confrontarmi rispetto ai loro allenamenti e modi di fare,
questi ultimi tipicamente diversi a seconda della regione di provenienza".
Un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli allo sport? “Trovate uno sport che vi piaccia e che vi motivi e praticatelo con passione perché lo sport fa bene, a corpo e mente proprio come dice quel proverbio, oltre che a fornirvi l'occasione per nuove conoscenze e legami sociali.”
Lo sport aiuta ad elaborare pensieri e
situazioni e in gara la mente diventa un valore aggiunto oltre alla fisicità è
importante l’attenzione, la focalizzazione, l’osservazione nelle cose che si
fanno soprattutto se si vuole eccedere e se non si vuole sbagliare, si tratta
di attenzione e osservazione dentro se stessi, nell’ambiente circostante ed
eventualmente nei confronti dei diretti avversari per essere sempre in sintonia
con le proprie forze e cercare di tirare fuori il massimo da serbatoi
energetici fisici e mentali anche nascosti.
Quali sono i tuoi pensieri in allenamento, in gara? “In gara cerco di essere sempre concentrato
sul mio modo di gestione della gara stessa e di automotivarmi ripensando a
tutti i perché faccio quel che faccio e a chi crede in me. In allenamento idem
ma a volte pratico degli allenamenti più rilassanti per fortuna e allora penso
a mille cose (il da farsi del giorno dopo, com'è andata la giornata, le spese,
gli appuntamenti, ecc.).”
Quali condizioni
ti hanno indotto a fare una prestazione non ottimale? “Probabilmente lo stato di spossatezza fisica e mentale data per esempio
da una cattiva reintegrazione o dall'aver esagerato nello
"spingere" all'inizio o forse
più di tutto la demotivazione nata da un errore di percorso con relativa
perdita di tempo e energie.”
E’ importante focalizzarsi sul momento
presente ma comprendere quale potrebbe essere il nostro percorso ed è importante
avere anche uno sguardo indietro ma solo per fortificarci rispetto
all’autoefficacia guardando quello di buono che abbiamo fatto in passato e
apprendendo da eventuali sconfitte.
Quale
è stata la tua gara più estrema o più difficile? “Al momento è stato lo scenic trail in Ticino nel 2015 con 53km e 3800
D+ dove ho passato un momento in cui avevo pensato al ritiro (per fortuna poi
ho continuato e anzi è andata benone).”
Quale ritieni non poter riuscire a portare a termine? “Credo che con la giusta preparazione possa
riuscire a terminare qualunque gara, se ce la fanno gli altri perché non dovrei
io? Il TOR de Geants è una gara che mi impressiona ad esempio, al momento non
mi interessa prepararla, ma non mi dico che non possa farcela.”
Come hai superato eventuali crisi,
sconfitte, infortuni? “Pazientando e
ripensando a tutto ciò per cui avevo lottato sino ad allora per tenere alta la
motivazione, e al fatto che si trattava di un periodo, che sarebbe passato.”
Se potessi tornare indietro cosa faresti
o non faresti? “Non ho grandi
rimpianti sinceramente, forse mi sarei potuto mettere d'impegno con gli
allenamenti già qualche anno fa ma ho comunque avuto soddisfazioni da altri
aspetti della mia vita.”
E’ importante avere un’elevata autoefficacia
che permetta di essere sicuri nell’affrontare gli eventi senza troppa ansia o tensione
ma bisogna fare attenzione ad avere una stima troppo elevata che a volte può far
abbassare la guardia e considerare gli eventi troppo semplici al punto da non impegnarsi
sufficientemente o non valutare eventuali rischi o pericoli.
Quali sono le difficoltà, i rischi, a cosa
devi fare attenzione nella tua disciplina sportiva? “Il rischio più pericoloso è secondo me quello di alzare troppo la
cresta, bisogna sempre restare umili e parlare per ciò che si è dimostrato.”
Nella mente degli atleti ci sono sempre gare
da partecipare e cercare di vincere o comunque cercare di fare del proprio meglio
soprattutto se si tratta di gare nella propria zona o di livello internazionale.
Quali sogni hai realizzato e
quali sono da realizzare? “Penso di
non aver ancora realizzato veramente dei sogni dal punto di vista dell'atleta,
sono molto felice però che finalmente da quest'anno uno sponsor mi supporti
(Salomon). Sogno di vincere la gara di casa, l'ultra trail del lago d'Orta e di
fare bene in gare di livello e internazionali. Il mondiale di skyrunning in
Scozia sarà già un'occasione ghiotta in tal senso.”
Ringrazio Riccardo per la sua disponibilità
a rispondere e per il tempo impiegato e dedicato e credo che per Riccardo il meglio
debba ancora venire.
Matteo
SIMONE
380-4337230
- 21163@tiscali.it
Psicologo,
Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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