La
salita diventa amica perché fa diventare resilienti
Matteo SIMONE
La salita diventa amica perché più si fa sentire e più è utile per diventare sempre più resilienti e apprezzare il ciclo della vita: partenza e arrivo, fatica e riposo, tensione e rilassamento, sofferenza e felicità.
Più è ripida la salita e più si è soddisfatti quando si arriva
in cima. Se si vuole, se ci si crede, tutto
passa, tutto cambia; passa la fatica, passa la salita; quello che rimane è la
consapevolezza della forza interiore acquisita che aiuterà non solo nello sport
ma anche nella vita quotidiana, lavorativa, familiare, relazionale,
individuale. La salita davvero diventa amica dell'atleta, più è lunga e ripida la
salita e più si è riconoscenti quando è finita.
Lo sport regala emozioni uniche che
ripaga la fatica condivisa e dove si sperimenta un mondo partecipando a manifestazioni
ed eventi come ad esempio la transumanza da Falasche Anzio a Jenne un percorso
di circa 110km che una volta si faceva dal mare ai monti mentre ora podisti
ripercorrono queste strade correndo a frazioni di alcuni km per ricordare, per
riportare a memoria antiche tradizioni, per rimarcare la fatica di una volta
per un benessere comune, uomini e animali.
Lo sport avvicina
mari e montagne, persone, culture e mondi; attraverso lo
sport si conoscono nuove persone, avvengono incontri e confronti; insieme si può arrivare ovunque. Lo sport
abbatte muri e barriere anche generazionali, rimette al mondo facendo faticare con i più giovani.
Lo sport diventa allenamento alla vita,
alle intemperie interiori. E tutto ciò se si affronta insieme è molto meglio,
più fattibile, più affrontabile. E’ importante aiutare ad aiutarsi, fidarsi è
affidarsi per diventare autonomi e più forti dentro. Insieme è molto meglio
nella condivisione dell'esperienza di fatica e poi anche di gioia, entusiasmo,
soddisfazione.
Rispetto alle salite e alla fatica
affrontata insieme riporto l’esperienza della coppia di amici Vito
Rubino e Palas Policroniades che hanno partecipato al Tour
Divide che è la gara di mountain bike più lunga al mondo, 4500 km
non-stop e in autosufficienza sulle Montagne Rocciose.
La gara va dal Canada al
Messico e accumula 60,000 metri di dislivello. I concorrenti sono responsabili
di portare tutto l’occorrente tra cui cibo, acqua, e attrezzatura da campeggio.
Non è possibile avere nessun aiuto esterno preorganizzato. Vito
e Palas ce
l’hanno fatta, in 30 giorni e 16 ore, usando una mountain bike in versione
tandem:
Quale è un’immagine della fatica durante
l’impresa? “Affrontare le salite
più difficili della gara nelle condizioni fisiche peggiori. Dopo aver preso la
giardia, io ero così debole che riuscivo a malapena a camminare. Pedalare su
quelle salite sotto il sole cocente del New Mexico sarebbe stato già difficile
normalmente. Noi ci siamo fatti forza l’uno con l’altro e abbiamo spinto fino a
raggiungere il punto più alto alle 2 di notte, sperando che le cose sarebbero
migliorate il giorno dopo. Invece sono peggiorate. Era come attraversare un
inferno. Allora abbiamo pensato a quella frase di Winston Churchill: ‘Se stai
attraversando l’inferno, vai avanti e non ti fermare’.”
Lo sport avvicina persone,
culture, mondi e rende felici e resilienti sintonizzandosi sull'obiettivo da
portare avanti seguendo mete e direzioni e sempre pronti a rimodulare tutto
cavalcando l'onda del cambiamento e utilizzando risorse residue che diventano a
volte sorprendenti e rinnovabili. Questo è il vantaggio dello sport.
Dietro lo sport c’è un mondo fatto di
tanta fatica e impegno con passione e determinazione, tanti pensieri e dubbi,
tante sfide e sogni da realizzare, tante prove in allenamento e gara, tante gioie
e soddisfazione.
Tanti aspetti da curare quali forza fisica e mentale,
resistenza, fiducia in sé, clima di squadra, coordinazione. Si porta a casa
sempre tanti insegnamenti, esperienze che fanno crescere e maturare.
Per ottenere qualcosa bisogna faticare,
impegnarsi un po’ soffrire, incontrare discese e salite e arrivare a
conclusione sperimentando soddisfazione e gioia oltre che dolore e sofferenza,
questa sembra essere l’esperienza di molti atleti soprattutto degli ultrarunner o comunque atleti di
endurance che fanno sport per un tempo prolungato a volte anche per giorni
interi. Nella mente degli ultramaratoneti ci sono sempre sfide e chilometri da
percorrere in allenamento e in gara.
Ne è consapevole anche l’ultrarunner
Paola Grilli che lo piega rispondendo a una mia domanda: Qual è stata la gara della tua vita? La gara più difficile? “La gara più difficile della mia vita l’ho
conclusa per la terza volta domenica 20 maggio 2018, per la terza volta ho
chiuso la 9 colli running km 202.” Cosa
hai scoperto di te stessa nel praticare sport? “Che ogni fatica ti porta ad una gioia immensa ed a una sensibilità
maggiore.”
Lo sport permette di sperimentarsi, mettersi in
gioco, uscire fuori dalla zona di confort per apprendere sempre
dall’esperienza, per conoscersi meglio, ascoltare se stessi durante la fatica, attraverso
il respiro e le sensazioni corporee.
C’è sempre più consapevolezza che l’esercizio fisico
è una sorta di medicinale senza effetti collaterali per il raggiungimento di
uno stato di benessere psicofisico, emotivo e relazionale. E’ importante lavorare su
obiettivi, superare errori e sconfitte, si impara da tutto ciò che succede e si
può fare meglio in futuro come individui e come squadra conoscendosi meglio.
Lo sport rende felici nonostante la
fatica, nonostante le salite, nonostante le avverse condizioni climatiche.
Per
ottenere qualcosa bisogna crederci; fidarsi e affidarsi; essere consapevoli
delle proprie capacità e limiti; impegnarsi duramente; essere determinati;
mettere in conto infortuni, avversari più forti, sconfitte e momenti bui;
rialzarsi sempre e ripartire con pazienza, senza fretta, con modestia e umiltà,
rispettando gli altri e apprezzando sempre l'esperienza che dà frutti
importanti da portare a casa con serenità.
Lo sport regala emozioni uniche che
ripaga la fatica condivisa partecipando a
manifestazioni ed eventi. Attraverso lo sport si conoscono nuove persone,
avvengono incontri e confronti, insieme si può arrivare ovunque. Lo sport
abbatte muri e barriere anche generazionali, rimette al mondo
facendo faticare con i più giovani, Nello sport si può notare e apprezzare la
ciclicità della vita: partenze e arrivi, fatica e e riposo.
Matteo SIMONE
380-4337230 - 21163@tiscali.it
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